Monthly Archives: August 2005

Agricoltura, politica e valorizzazione del territorio.

Quando sento parlare di valorizzazione del territorio, mi vengono sempre in mente i numerosi politici (molti dei quali politicanti) che utilizzano ad ogni occasione questa frase fatta. La sensazione successiva è un mix di delusione (credo molto nell’utilità della politica, ma per Politica non intendo niente di simile a quella fatta dalla maggior parte dei politici che abbiamo in Italia in questo momento) e rabbia. Dire rabbia non è certamente elegante, ma quando per quasi sei anni lavori alla valorizzazione del tuo territorio e dei suoi prodotti (il riso Sant’Andrea Dop e l’Igp riso di Baraggia Biellese e Vercellese), e lo fai chiedendo l’aiuto di politici, parlamentari, organizzazioni sindacali, ecc. che sono i tuoi rappresentanti a Roma, a Bruxelles e di categoria, ed in cambio ottieni sempre belle parole e tante promesse, ma di risultati nemmeno l’ombra, ci può stare anche “rabbia”. A volte ti chiedi il motivo di tanta perdita di tempo (sei anni è un’enormità), ma non trovi spiegazione; altre volte ti chiedi se ci siano reali motivazioni tecniche che frenano i tuoi progetti, ma non le trovi, e non le trovano neanche gli enti preposti. Tra agricoltori di baraggia ci si chiede: ”ci stanno prendendo in giro?”. Di certo torni sempre a lavorare, a migliorarti, a far apprezzare ovunque il tuo riso Carnaroli di Baraggia, e aspetti, aspetti……. D’altronde, lavorano tutti più di te (che in tanti momenti dell’anno devi ricorrere anche alla domenica), tant’è che per dare una comunicazione da Bruxelles a Roma tre mesi non bastano. E la clientela internazionale? Quella può aspettare, al limite se la prendono i soliti, quelli che ti mettono anche i bastoni tra le ruote perché non devi crescere; certo, sei un concorrente (che probabilmente ha anche il riso più buono, ne ha molto meno, ma è più buono), e la concorrenza va eliminata, non importa come, il fine giustifica i mezzi!
Cosa sta frenando da quasi sei anni la giusta valorizzazione che il mio territorio aspetta? Probabilmente siamo proprio arrivati alla resa dei conti! Di certo non avremo mai pensato di arrivare alle Olimpiadi di Torino 2006 senza Dop e senza Igp, ma soprattutto senza la possibilità di vendere all’estero con queste denominazioni. In ogni caso noi ci saremo, e chi vorrà potrà capire perché il nostro riso è diverso, e soprattutto è più buono!

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Lusso nautico.

Il lusso nautico è in costante aumento in Italia. I possessori di barche di lusso sono in crescita. Aumentano quindi le persone che hanno grandi disponibilità economiche. Peccato però che aumentino anche coloro che non hanno la disponibilità economica necessaria per vivere dignitosamente. Siamo tutti bersagliati e flagellati da costanti incrementi delle spese generali (alimentazione, casa, riscaldamento, ecc.), ma nonostante questo si vendono più barche di lusso.
La ragione, come ho già scritto in passato. E che la forbice tra gente comune ed i ceti più alti, è in costante crescita. Non è una questione di destra o di sinistra, d’altronde tutti i parlamentari sono da inserire proprio nei ceti più alti visto il loro stipendio ed i vari benefit, ma da più di dieci anni (secondo me da quando sono iniziate le privatizzazioni dei grandi enti (privatizzazioni??!!??)) il divario tra ceti alti e bassi incrementa con regolare cadenza.
E’ drammatico, ma purtroppo non vedo da parte di nessuno l’impegno necessario per rimediare all’impoverimento di moltissime famiglie.

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Ancora Plastica.

L’utilizzo smisurato di plastica che il più delle volte non ha la benché minima utilità è secondo me da riconsiderare. La produzione di materiali difficilmente degradabili, e potenzialmente dannosi per l’ambiente, deve essere rivista. Chi produce, chi vende, chi utilizza materiali di questo tipo dovrebbe farlo in modo responsabile…… Impossibile!

La soluzione può essere vista solo nel calcolo dei costi ambientali e di smaltimento, che devono essere applicati sotto forma di tasse dalla produzione al consumo, equamente e ad ogni passaggio.

Supercoppa, sconfitta mal digerita.

Vista l’importanza quasi nulla che le grandi società di calcio cercano di dare alla coppa Italia (mi rifiuto di chiamarla tim) ed alla supercoppa, non mi aspettavo di vedere in questi giorni così poca sportività. Molti commenti fatti dalla dirigenza Juventina e da alcuni giocatori li ho trovati decisamente di cattivo gusto oltre che poco sportivi (sempre ammessa la piena veridicità di ciò che ho letto sui giornali).

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Supercoppa, in tv e sulla stampa i soliti commenti….

Sabato ho visto allo stadio Delle Alpi Juve – Inter. Ho speso 20 € per vedere la partita, ma preferisco sorvolare su come sono entrato, nel rispetto di tutti, soprattutto di chi sbaglia. In quanto alla partita è stata brutta, nient’altro da aggiungere. In Tv e sui giornali, invece le solite frasi: meritava di vincere la Juve, Del Piero (una delle poche bandiere nel calcio, oltre che persona educata e intelligente) ha giocato male (sfido chiunque a giocare bene quando il tuo allenatore ti tratta così), non si dica più che De Santis aiuta sempre la Juve, e tante altre frasi con un fine ben preciso nascosto. Personalmente ho visto una brutta partita, giocata sotto il diluvio, ma ho visto una normale partita di calcio. Mi chiedo perché dietro ogni partita sia sempre necessario ricamare un’infinità di sciocchezze? Non sarà forse perché tra le tante stupidaggini si vogliono realmente far passare dei messaggi ben precisi? Il calcio ormai è diventato principalmente business, ma credo si tratti in buona parte di business mediatico. Ecco che leggiamo giornali decisamente di parte e vediamo trasmissioni anch’esse di parte. Come si fa a non essere di parte, quando i tuoi datori di lavoro lo sono?
Il calcio in Italia ha perso secondo me molta della sua credibilità. Tutti furbi, ma quando varchiamo il confine……

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Virus e allevamenti zootecnici: sono sicure le carni asiatiche?

La pericolosità per l’uomo di alcuni virus che proliferano negli allevamenti intensivi di animali è stata ripetutamente dimostrata dai decessi degli ultimi anni. Non è un caso che certi focolai di infezione si formino soprattutto in Asia e negli allevamenti più intensivi che coinvolgono migliaia e migliaia di capi. Ma non è solo il numero di capi a destare preoccupazioni ma anche e soprattutto il corretto rispetto delle giuste norme igienico –sanitarie. Dal punto di vista sanitario è sicuramente un errore consentire l’import di carni allevate in ambienti non sanificati correttamente, che costituiscono anche un danno per la nostra agricoltura, in quanto competono sempre a prezzi inferiori rispetto alle nostre carni certamente di qualità superiore. Gli allevamenti italiani hanno proprio tra i costi sanitari e di smaltimento (liquami, ecc.), una delle voci che limitano maggiormente il reddito. Un maggior controllo qualitativo delle merci importate, che dovrebbero essere anche garantite sotto il profilo del rispetto delle corrette tecniche di allevamento (ad iniziare dalla nutrizione), e degli adempimenti igienico – sanitari necessari, non sarebbe solo un sistema per salvaguardare la nostra salute, ma anche un sostegno alla nostra economia agricola.

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Plastica, forse ne usiamo troppa, forse la usiamo male!

La grande mole di giochi per bambini di provenienza asiatica ed a basso costo, ha incrementato esponenzialmente la diffusione di cianfrusaglie, che spesso vanno a creare problemi per il loro smaltimento. E’ nella maggior parte dei casi corretto definire questi giochi cianfrusaglie, in quanto sono molto fragili ed hanno una durata ridotta. A tutti i bambini vengono ormai regalati un’enormità di giochi fatti con plastica scadente che durano qualche giorno e poi vengono cestinati! Mi rendo conto che vi sia un bel business per importatori e venditori, ma come la mettiamo con l’ambiente e con l’inquinamento.  Non sarebbe opportuno porre dei freni all’import di plastica o per lo meno imporre tassazioni speciali considerati i costi di smaltimento?

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Lecca lecca

La scorsa settimana, in un normale bar, è stato regalato a mio figlio un lecca lecca particolare, che alla pressione di un tasto si illuminava. Fin qui tutto bello, ma quando ho visto che la provenienza era asiatica, sono stato preso da una forma di sconforto. Questo non perché io abbia qualcosa contro l’Asia ed il suo popolo, che anzi stimo molto, ma perché cerco in tutti i modi di alimentare in modo corretto e sano mio figlio, e spesso invece mi imbatto in queste cose, e se penso a come vengono prodotte e vedo mio figlio che le mangia, inorridisco. In Italia per produrre è giustamente necessario seguire normative ben precise, poi però dall’estero arriva di tutto. E la plastica? Se per un lecca lecca è necessaria così tanta plastica, non lamentiamoci se sentiamo dire che le discariche sono piene e servono inceneritori.

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Sicurezza sul lavoro e rispetto dei diritti umani.

Oggi, come di consueto ho letto le notizie su televideo (abitualmente consulto sia quello della Rai che quello di Mediaset). Io considero il televideo uno strumento importantissimo ed estremamente funzionale, infatti, si possono aver un’infinità di notizie di tutti i generi in pochissimo tempo. Una notizia mi ha colpito in particolare, l’ennesima sciagura che si verifica in una miniera in Asia. Spesso infatti giungono notizie di minatori intrappolati e deceduti. Personalmente credo si tratti di un problema riguardante non solo i settori più esposti ai rischi come quello dell’estrazione di minerali, ma di un problema che coinvolge tutti i comparti produttivi compresa l’agricoltura. Ad interessare è solo la produzione, il resto, comprese le vite umane, non conta. Sorge spontaneo chiedersi se in Europa sia giusto importare prodotti stranieri ottenuti sfruttando eccessivamente i lavoratori. Pensiamo anche all’America Latina, dove in molti settori viene sfruttato il lavoro di bambini, come per l’estrazione dell’oro (bambini che lavorano anche a stretto contatto con il mercurio). Noi che ci battiamo per il rispetto dei diritti umani, come possiamo accettare tutto questo? Sovente chi sfrutta la mano d’opera è anche chi concorre con le nostre aziende europee a prezzi stracciati. Serve maggiore chiarezza, e maggiore informazione sui prodotti che arrivano al nostro consumo.

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Ancora Genoa in C1 e Torino in B

Mi soffermo spesso di questi tempi sulla situazione calcistica italiana, perché ci da la dimensione di come gli ingranaggi del sistema Italia si siano da tempo deteriorati. In entrambi i casi di Torino e Genoa a sbagliare sono stati presidenti e dirigenti, ma il prezzo più alto lo pagano tifosi e giocatori. Nessuno pensa ad esempio a quei giocatori che hanno famiglia, arrivano in serie A e di punto in bianco si trovano senza squadra o addirittura in C1. Meno male che spesso si parla di scarso attaccamento alla maglia! E i tifosi, se da un lato a Torino molti sono convinti di essersi liberati di una dirigenza sbagliata (non da Toro!) ed hanno la possibilità di ripartire dalla serie B con un nuovo presidente che fa sul serio, la punizione per il Genoa ed i suoi tifosi,costretti a ripartire addirittura dalla C, mi sembra veramente troppo pesante e soprattutto ingiusta.

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