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La Monnezza e la ristorazione veloce.

Che fine ha fatto la raccolta differenziata? A chiederselo sono in molti guardando i mucchi di mondezza sparpagliati per le strade d’Italia e che stanno riempiendo impietosamente quelle tristi buche chiamate discariche. Sono in molti a chiedersi all’interno di tutto quel pattume quale sia ad esempio la percentuale di rifiuti organici facilmente recuperabili e restituibili senza danno all’ambiente. Alcuni sono andati anche a guardare alcuni sistemi di ristorazione veloce che a quando pare non fanno della raccolta differenziata il loro fiore all’occhiello e utilizzano comodi armadietti che inghiottono l’intero contenuto dei tristi vassoi di plastica in cui si mangia. Carta, plastica, polistirolo e pezzi di cibo, tutti “sostenibilmente “ insieme nello stesso sacco scuro.
Importante e non mi riferisco a nessuno in particolare, è fare in fretta e ridurre i costi di mano d’opera, esorbitanti in Italia. La strada sicuramente non è quella giusta perché l’ambiente sta per presentare il conto che si preannuncia salato. Nel frattempo godiamoci la nostra immagine internazionale che di questi tempi a colpi di “mondezza” è stata veicolata in tutto il globo.

Tutto in saldo?

Sono iniziati i saldi di fine stagione e la ressa nei punti vendita registrata sabato e domenica fa pensare che di crisi l’Italia non ne stia vedendo nemmeno l’ombra anche se la realtà è ben diversa.

In Italia i saldi hanno un grande successo. Probabilmente è l’idea di acquistare un prodotto ad un prezzo inferiore (o almeno credere che sia così) a stuzzicare gli italiani, disposti anche ad accettare che un articolo venga venduto il 24 dicembre a 1000 euro e 10 giorni dopo a 500, “scontato” del 50%.

In campo alimentare i saldi ci sono tutto l’anno e non c’è stagione che tenga. Ogni giorno sull’amato scaffale c’è qualcosa in offerta o in saldo, basta cercare, è talmente diffusa che è diventata una strategia di vendita e alcuni prodotti vendono soprattutto o quasi unicamente quando in saldo. Ci chiediamo quanto sia serio questo meccanismo, invitare all’acquisto proponendo uno sconto che di fatto è già calcolato e compreso nel prezzo.

E’ un sistema che non aiuta inoltre i consumatori ad acquistare secondo le personali esigenze ma al pari della pubblicità li indirizza abilmente verso i prodotti scontati.

Questo sistema non ci piace, fa riempire i carrelli ma non ci piace. A dire la verità ci sembra anche poco corretto.

Ridateci il piacere del pane, quello buono, vero e magari con una bella crosta.

Il tempo ha sempre i suoi particolari e i suoi caratteri che lo caratterizzano. In materia di pane se dovessimo azzardare un carattere simbolo di questo tempo, passiamo dai forni che hanno segnato il passato al freezer. I consumatori sembrano gradire e senza azzardare percentuali, è davvero tanto il pane acquistato in luoghi dove arriva congelato e viene riscaldato al momento e poi impacchettato e acquistato al volo. E’ un pane che sembra quasi finto e non ha granché da dire come sensazioni gustative. Va detto anche che è assurdo consumare un prodotto in precedenza congelato quanto è altrettanto semplice trovare quello preparato all’istante. Anche molto del pane preparato all’istante lascia un po’ a desiderare, pagnottine anonime di poca sostanza, immangiabili il giorno dopo. Brutta storia per noi, cresciuti a panini con il pane del giorno prima e che alla festa mangiavamo quelle grandi pagnotte che duravano anche 15 giorni.

Alcuni sostengono che il pane non è più buono perché è peggiorata la qualità delle farine che non si capisce più da dove arrivano anche se si intuisce quanti siano i trattamenti che le granaglie subiscono per resistere a così tanti spostamenti.

Ridateci per favore il piacere del pane, ve lo chiediamo col cuore. Rivogliamo il pane buono, quello vero e magari con una bella crosta dura

L’Italia dello sci si gode una delle sue campionesse.

spm08.jpgSono diversi anni che vediamo sciare Denise Karbon e siamo molto contenti dei risultati eccellenti che sta ottenendo in slalom gigante (4 vittorie consecutive). Non abbiamo mai dubitato delle grandi qualità delle sciatrici azzurre, anche quando i risultati tardavano ad arrivare come ad esempio durante le Olimpiadi di Torino. Il sito di Denise ad esempio è da sempre nei link del nostro blog dedicato a Torino 2006.

Complimenti a Denise per la sua bravura e per la tenacia con cui ha ottenuto uno di quei risultati che ti mettono tra i grandi di sempre perché 4 vittorie consecutive solo le grandi campionesse riescono a farle.

La foto è tratta da www.denisekarbon.it

Tra tanti scaffali il vuoto.

A giudicare dalla tendenza attuale e dalle mega costruzioni che stanno invadendo città e periferie, sembra che la gente ami i grandi centri commerciali, quei luoghi fatti di immense scaffalature strapiene di prodotti. Entri in questi luoghi e vedi un mare di persone che frettolosamente riempiono i carrelli e hai l’impressione che potrebbero anche farlo ad occhi chiusi. Anch’io Sovversivo del Gusto faccio a volte la spesa nei  grandi supermercati ma la sensazione che ho più di frequente è che in tutto quell’insieme di scaffali e prodotti le cose che davvero cerco siano proprio poche. A conti fatti i prodotti sono sempre gli stessi e se sei ad esempio in cerca di ricette nuove per i tuoi risotti le scelte sono proprio poche. Com’è possibile che tra i tanti scaffali ci sia il vuoto?

Quando entri invece in una bottega ben curata o in una gastronomia hai sempre l’imbarazzo della scelta,  trovi formaggi e bottiglie importanti, prodotti particolari e sfiziosi, salumi ben stagionati, magari anche salami d’oca fatti con la carne di quest’animale e non con grasso in prevalenza. La quantità non serve, soprattutto se è omologata e non di qualità. Meglio il poco, buono e che ti consente di fare un’esperienza gustativa in grado di riempirti non solo la panza ma anche il cuore.