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8000 fallimenti nel 2014 in Italia. il lavoro è solo articolo 18?

Numeri pazzeschi arrivano nell’Italia affosata dalla crisi e dal malgoverno. Si, malgoverno e malapolitica.
Le aziende italiane chiudono con una frequenza imbarazzante e la politica non sembra nemmeno accorgersene.
Eppure su 8000 aziende quanti erano i lavoratori impegnati, i lavoratori che traevano il sostentamento per le proprie famiglie in queste attività? 10000? 15000? 20000? Questo protrebbe essere il numero di famiglie rimaste senza lavoro. A quanto pare però la politica non si preoccupa di loro. La politica pensa esclusivamente all’articolo 18 e ai privilegi di chi il lavoro ce l’ha. Meglio continuare a tutelare i privilegi di chi non ha nemmeno la dignità di impegnarsi nel lavoro che svolge che pensare di alleggereire la pressione sulle aziende per salvarle dalla chiusura.

Lo smog ed il blocco domenicale del traffico

Sono in molti a chiedersi se il blocco domenticale del traffico imposto ai cittadini dagli amministratori, previsto per domenica 28 febbraio 2010 migliorerà la situazione smog. Io che sono molto perpresso a riguardo suggererirei anche un blocco delle caldaie, magari giusto per tre – quattro ore, giusto per far capire che non è solo l’auto ad inquinare.

L’automobile  da feticcio è diventato oggetto maledetto, inquina, distrugge, uccide, infrange le regole, supera di 10 Km/h i limiti (e quindi va sanzionata), passa i semafori telecamerizzati da giallo ristretto con il rosso, ecc.

Maledetta auto,  eppure gran parte dell’economia ruota attorno a questo mezzo che permette a molte persone  di lavorare, di consumare e garantire il reddito ad una gran parte della popolazione.

Ora, tra le sue tante virtù l’auto ha anche quella di alleggerire la coscienza degli amministratori, un blocco domenicale del traffico e siamo tutti più tranquilli e fieri di aver combattuto lo smog.

Pazienza per alcuni, dietro una decisione c’è sempre chi ha un danno.

Pensiero di fine 2009.

L’avvicinarsi della notte di San Silvestro porta sempre felicità e gioia. Riponiampo sempre molta speranza nell’anno nuovo, quasi come fosse solo questione di fortuna. L’impressione mia è che si lascino al destino troppi problemi, troppe questioni sospese. Gli ultimi mesi del 2009 hanno visto l’Italia prendere alla leggera i preoccupanti segnali d’odio sociale e politico riversati sulla gente mentre nel mondo proseguono gli episodi di violenza. L’augurio che voglio fare al mondo intero è quello di trascorrere un inizio anno all’insegna della felicità ma soprattutto di vivere l’intero 2010 in modo più  responsabile.