Monthly Archives: July 2005

Da anni mi occupo della valorizzazione del riso della mia zona. L’ho fatto sostenendo e lavorando in prima persona per due iniziative: riso Sant’Andrea Piemonte DOP e IGP riso di Baraggia Biellese e Vercellese. Il mio impegno è dimostrato dal fatto che la mia azienda, oltre a produrre riso seguendo i disciplinari di entrambe le denominazioni, è stata la prima ed al momento l’unica a certificare il proprio riso come riso di Baraggia Biellese e Vercellese. Attualmente utilizzo la protezione transitoria e chissà quando potrò utilizzare il marchio IGP. Pensate che è da più di 5 anni che abbiamo inoltrato le domande al Ministero delle Politiche Agricole e adesso siamo ancora in fase di stallo in Comunità Europea.
Cosa mi spinge però a scrivere? Mi spinge il fatto che mentre noi siamo fermi tutto il mondo risicolo Piemontese e Lombardo (comprese le grandi industrie del riso) si sta mobilitando per un’iniziativa analoga e di vaste proporzioni.
E’ un problema questo? Assolutamente no! Sono un profondo sostenitore della necessità che ha il riso italiano di essere differenziato con l’ausilio delle denominazioni. Ma c’è modo e modo!
In questo momento, mi baso esclusivamente su indiscrezioni fornitemi da tecnici che hanno partecipato allo studio del disciplinare, che verrà presentato al Ministero la prossima settimana. Al di la del fatto che io, essendo membro del consiglio direttivo della Confagricoltura di Vercelli e Biella, oltre che membro della sezione regionale di prodotto riso di Confagricoltura, forse avrei dovuto avere la possibilità di poter consultare il disciplinare prima della sua presentazione, nutro dei dubbi sulla qualità dell’iniziativa, per la presunta assenza di una regolamentazione ben precisa sull’utilizzo delle varietà di riso.
La preoccupazione mia, è che si arrivi a permettere, la commercializzazione di una varietà di riso per un’altra (ex. Volano venduto come Arborio anche se biologicamente e morfologicamente diversi).
Il problema l’ho già affrontato in un precedente post (vedi riferimenti) e mi sta molto a cuore, io sono per la qualità assoluta, che si ottiene solo con le varietà migliori, e non con quelle più rustiche. Varietà come l’Arborio ed il Carnaroli, hanno fatto la storia ed il prestigio della risicoltura Italiana, e finchè possono essere coltivate senza problemi, non meritano di essere svilite, solo perché ad interessare è solo il loro nome, e non la qualità superiore che dimostrano.

Pubblicato su Agricoltura. 

Pomodori Cinesi.

In Italia, tutto si può pensare, tranne che i nostri pomodori abbiano come qualità qualche antagonista a livello mondiale. E’ sufficiente osservare la peculiarità di molte varietà autoctone di pomodori e pomodorini per rendersene conto.

Domande:

Perché dobbiamo mangiare i pomodori Cinesi?

Sono sicuri come presenza di residui i pomodori stranieri?

E’ vero che qualcuno fa il furbo vendendo pomodori e passata di pomodori di provenienza straniera, come prodotti esclusivamente in Italia?

Se qualcuno mi dicesse: “costano molto meno” potrei anche farmene una ragione, ma siccome non costano meno e non sono assolutamente più buoni, e tanto meno più sani, perché dobbiamo fare del male a noi ed alla nostra economia lasciando che le importazioni crescano del 200%!

Io, compro italiano!

 

Pubblicato su Tossic. 

Concorrenza leale o sleale?

Alcuni prodotti agricoli nazionali, come ad esempio il peperone, hanno subito pesantemente la concorrenza dei prodotti stranieri che grazie al costo leggermente più basso hanno invaso il nostro mercato (per i consumatori il prezzo è comunque sempre lo stesso).

Molti tecnici sostengono che la maggior parte dei peperoni che arrivano in Italia dall’estero subiscono molti trattamenti consecutivi che non consentono il rispetto dei normali tempi di carenza. Il risultato che interessa a noi è che queste produzioni sono contaminate da notevoli percentuali di residui di prodotti fitosanitari, ed hanno quindi una tossicità non trascurabile. Io mi chiedo, considerato il fatto che in Italia questo non succede ed i prodotti agricoli sono sicuri, se è leale questo tipo di concorrenza che si basa solo sul prezzo e non sulla qualità e sul rispetto delle norme igienico-sanitarie.

Se in Italia sono imposte all’agricoltura delle regole sagge che salvaguardano la salute della popolazione, è giusto essere invasi da prodotti che oltre ad essere di qualità inferiore sono anche pericolosi per la salute! Chiediamo chiarezza, ma anche che chi vende garantisca la provenienza e la sicurezza dei suoi prodotti.

 

Pubblicato su Tossic.