Monthly Archives: August 2005

Ogm: una tecnologia importante ma non sempre indispensabile.

Io da sempre vedo la questione Ogm da un doppio lato, da una parte la mia attività, la mia propensione alla ricerca della qualità assoluta, e l’amore per l’agricoltura e l’ambiente, dall’altro gli studi in Scienze Biologiche con indirizzo Biologico Molecolare e l’amore per la ricerca. Ricerca non ne ho fatta molta (ai tempi del mio corso di laurea si preparava una tesi sperimentale che seguiva un’attività di laboratorio di almeno due anni), ma ne ho fatta a sufficienza per arrivare ad assaporare i gusti e le sensazioni positive che questo lavoro può dare. Ovviamente la mia esperienza è stata fatta con la libertà e con la serenità di uno studente che deve completare un corso di studi.
I miei studi, mi hanno fatto capire, senza alcun dubbio, che il transgenico è una tecnologia alla quale non si può rinunciare, è troppo importante ed ha potenzialità illimitate. L’esempio più semplice sono le colture di Hescherichia coli ingegnerizzato che producono insulina.
Nonostante questo, sono contrario all’applicazione delle coltivazioni Ogm nell’agricoltura italiana. Perché? L’agricoltura italiana è fatta di produzioni particolari spesso altamente selezionate, è inutile fare esempi, vi sono peculiarità ovunque; ovviamente queste produzioni, sono certamente sotto il profilo qualitativo migliori rispetto alle omologhe straniere, Ogm e non, ma sotto il profilo quantitativo e della rusticità si dimostrano inferiori. Se ragioniamo solo a quantità e convenienza, e quindi guardiamo solo al profitto, la scelta da fare è scontata, ma visto che la nostra natura italiana, ci ha insegnato ad apprezzare quei gusti particolari che solo noi abbiamo, dobbiamo fare di tutto per preservare i nostri prodotti e dobbiamo evitare qualsiasi cosa che li possa contaminare. Cosa farei io se il mio riso Carnaroli un domani e a causa di contaminazioni geniche non avesse più le caratteristiche che lo rendono unico al mondo?
Il mio no alle coltivazioni Ogm è dovuto anche a ragioni di politica agraria, in quanto nella nostra nazione ci sono i prodotti agricoli di miglior qualità, sono veramente tanti e sono sempre più apprezzati all’estero, è il nostro unico asso nella manica, la sfida della quantità e dell’agricoltura di massa l’abbiamo persa già da un pezzo. E’ saggio in questo mercato globalizzato pensare che in futuro la nostra agricoltura possa essere competitiva sui prodotti di massa? Credo proprio di no, ma nel dubbio, c’è sempre la qualità e la peculiarità della nostra agricoltura, che è grande, e come tale merita il massimo rispetto.

Pubblicato su Agricoltura.

Ogm: una tecnologia importante ma non sempre indispensabile.

Io da sempre vedo la questione Ogm da un doppio lato, da una parte la mia attività, la mia propensione alla ricerca della qualità assoluta, e l’amore per l’agricoltura e l’ambiente, dall’altro gli studi in Scienze Biologiche con indirizzo Biologico Molecolare e l’amore per la ricerca. Ricerca non ne ho fatta molta (ai tempi del mio corso di laurea si preparava una tesi sperimentale che seguiva un’attività di laboratorio di almeno due anni), ma ne ho fatta a sufficienza per arrivare ad assaporare i gusti e le sensazioni positive che questo lavoro può dare. Ovviamente la mia esperienza è stata fatta con la libertà e con la serenità di uno studente che deve completare un corso di studi.
I miei studi, mi hanno fatto capire, senza alcun dubbio, che il transgenico è una tecnologia alla quale non si può rinunciare, è troppo importante ed ha potenzialità illimitate. L’esempio più semplice sono le colture di Hescherichia coli ingegnerizzato che producono insulina.
Nonostante questo, sono contrario all’applicazione delle coltivazioni Ogm nell’agricoltura italiana. Perché? L’agricoltura italiana è fatta di produzioni particolari spesso altamente selezionate, è inutile fare esempi, vi sono peculiarità ovunque; ovviamente queste produzioni, sono certamente sotto il profilo qualitativo migliori rispetto alle omologhe straniere, Ogm e non, ma sotto il profilo quantitativo e della rusticità si dimostrano inferiori. Se ragioniamo solo a quantità e convenienza, e quindi guardiamo solo al profitto, la scelta da fare è scontata, ma visto che la nostra natura italiana, ci ha insegnato ad apprezzare quei gusti particolari che solo noi abbiamo, dobbiamo fare di tutto per preservare i nostri prodotti e dobbiamo evitare qualsiasi cosa che li possa contaminare. Cosa farei io se il mio riso Carnaroli un domani e a causa di contaminazioni geniche non avesse più le caratteristiche che lo rendono unico al mondo?
Il mio no alle coltivazioni Ogm è dovuto anche a ragioni di politica agraria, in quanto nella nostra nazione ci sono i prodotti agricoli di miglior qualità, sono veramente tanti e sono sempre più apprezzati all’estero, è il nostro unico asso nella manica, la sfida della quantità e dell’agricoltura di massa l’abbiamo persa già da un pezzo. E’ saggio in questo mercato globalizzato pensare che in futuro la nostra agricoltura possa essere competitiva sui prodotti di massa? Credo proprio di no, ma nel dubbio, c’è sempre la qualità e la peculiarità della nostra agricoltura, che è grande, e come tale merita il massimo rispetto.

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Toro in B: verrebbe solo da grigare: “Vergogna!”

Succede in Italia che una gloriosa società come il Torino calcio riesca a conquistarsi meritatamente sul campo la serie A, e che nel giro di poche settimane si ritrovi però in B!
Torino oltre ad essere il capoluogo della mia regione, è anche una città molto importante, che a febbraio del 2006 avrà tutti gli occhi del mondo puntati contro.
Siamo sicuri che è stato fatto il possibile per far iscrivere il Torino alla serie A. Credo di no! In altre situazioni si è concesso molto di più! Se è vero che era sufficiente iscrivere il Toro in serie A con riserva, per permettere alla società di acquisire i soldi necessari, perché non lo si è fatto? Ho detto soldi? Si, certo, ormai contano solo quelli, il resto è fumo.

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Genoa in C1: come sempre a pagare sono sempre i soliti!

Non sono un tifoso del Genoa e tanto meno ho intenzione di scrivere banalità su un tema così doloroso per tanta gente tradita. Tradita da chi? Dal suo presidente, accusato di aver comprato una partita? Personalmente credo sia ridicolo! Una squadra domina il campionato e alla fine ormai certa della promozione, deve comprare la partita contro una delle squadre più scarse del campionato. Non ci credo! Alla fine a pagare sono sempre i soliti, i tifosi e chi ama il calcio. E’ inutile che cerchino di farci credere che è tutto pulito e che lo sporco da spazzare si chiama Genoa calcio! Vergogna!
Credo infine che dietro questa vicenda si possa cogliere il sintomo di un grave malessere che colpisce non solo il calcio, ma l’intera società italiana. La forbice tra potenti e normali sta aumentando costantemente. Il calcio come tante altre cose ha perso la mia fiducia. Ribellarsi è inutile, tanto c’è sempre dietro l’angolo un leccapiedi pronto a fare di tutto per accaparrarsi le briciole dai potenti. Continuerò a seguire il calcio e a farmi sfottere, visto che sono interista, ma non parlatemi di seguirlo con passione, quella è stata tradita da tempo.

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Ogm: un errore introdurre resistenze agli erbicidi.

Qualche settimana fa ha fatto molto clamore la presunta comparsa di un’erba infestante resistente ad un famoso erbicida. Più precisamente si trattava di senape selvatica che aveva acquisito i geni per la resistenza all’erbicida dalla colza Ogm coltivata in loco (colza trattata geneticamente per resistere al diserbante).
Semplicemente: era scontato!
La lezione è che è un grave errore manipolare geni che conferiscono resistenze agli erbicidi. In questi giorni si continua a parlare di coesistenza tra coltivazioni Ogm e non, ed io agricoltore tradizionalista e non interessato a colture Biotech, a chi dovrei dire grazie nel caso le già temibili erbe infestanti con le quali combatto periodicamente acquisissero resistenze dalle vicine coltivazioni transgeniche? Il transgenico ha grandi potenzialità, ma può essere anche altamente pericoloso per l’ambiente! Servirebbe più serietà, ma come sempre conta solo il Business!

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Bono Vox.

Che spettacolo! Bono l’abbiamo visto proprio da vicino!
La foto è stata scattata da mio fratello.

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Biglietti concerto U2

Ora che sono riuscito a vedere il tanto sospirato concerto di Bono & C., mi sento di fare alcune riflessioni in merito alle difficoltà che ho incontrato nel reperire i biglietti. Difficoltà ridicole, vista la quantità enorme di biglietti che venivano venduti in prossimità dello stadio poco prima dell’apertura dei cancelli. C’è anche chi ha provato ad acquistare il biglietto di mia moglie (a casa con febbre) con una banconota da 50 euro falsa (alla fine l’ho venduto rimettendoci solo 20€), ma il problema è che vendevano i biglietti a prezzi inferiori rispetto a quelli che noi li avevamo pagati! E’ logico? Non credo, ma comprensibile, visti i numerosi ricarichi, comprese le spese di spedizione (circa 10 €).
Tutto è iniziato a febbraio, quando non ho avuto letteralmente alcuna possibilità di acquistare on-line un biglietto per il 20 luglio a Milano. Che disperazione! Poi l’annuncio della seconda data e la nottata del 25 febbraio trascorsa al pc tentando inutilmente per più di tre ore di introdurmi nel carrello di ticketone. Gli impegni del giorno che veniva mi hanno quindi imposto un piccolo break di sonno e poi di nuovo in pista; alle 4,20 riuscivo ad acquistare 4 biglietti per il terzo anello. Sono tornato nel letto con una strana sensazione, da un lato ero contento perché avevo il biglietto, ma dall’altro la delusione era immensa per non avere quello per il prato. La speranza non l’ho mai persa, e 10 giorni prima del concerto, grazie a Ticket and Travel sono riuscito ad acquistare i biglietti prato, che mi hanno permesso di andare vicino al palco a pochi metri da Bono. I biglietti li ha poi ritirati mio fratello il giorno prima a Milano (altro viaggio e altro tempo perso). Quanta fatica, e pensare che a pochi minuti dall’apertura dei cancelli di biglietti per il prato se ne trovavano a iosa ed anche a prezzi bassi. Nessun rimpianto però! Ne è assolutamente valsa la pena!

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Concerto U2.

Giovedì 21 luglio a Milano ho assistito ad un concerto strepitoso. Era la quarta volta che vedevo gli U2, ma è stato emozionante come il primo concerto che avevo visto, lo ZOO tour a Torino, e come allora, ero lì davanti, sotto il palco, dalla parte di Adam, che emozione! Tutte le energie che avevo le ho spese e sono tornato a casa, nella mia cascina, stremato e con le gambe indolenzite. Sono entrato in riserva già alla terza canzone Electric & co., stupenda, ed ho vissuto il momento più bello con Zoo Station e The Fly (strepitoso the Edge, che assolo). Il clou del concerto è però stato come sempre con Where the streets have no name (indimenticabile). Stupende anche tutte le canzoni dell’ultimo disco.
Le emozioni che ho provato sono di quelle che si ricordano per tutta la vita.

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