Category Archives: Alimentazione

E dopo il cenone di San Silvestro, il piacere del dentrifricio made in India.

Il cenone di San Silvestro si avvicina e molti super affamati reduci dalle strafogate natalizie sono pronti ad affilare forchetta e coltello per riempire a dovere la panza per iniziare di “peso” il 2008.
Sul capodanno degli italiani è piombato addirittura il cenone low cost a 11 soli euro, in barba alle materie prime di qualità. Il Corsaro con 11 euro a malapena si sarà comprato il Panettone artigianale di Savigliano, lui che non solo è attento a ciò che mangia e che propone ai propri figli, ma anche a quello che da agli animali che alleva.
Concluso il cenone, prima del meritato riposo dopo le fatiche dell’abbuffata, le piacevoli operazioni di igiene dentale, magari con dentrifricio made in India, come quello riposto nel mio armadietto. Giorni fa la triste scoperta che un po’ di disturbo mi ha creato alla lettura completa dell’etichetta del dentifricio che utilizzo da sempre e che ora forse non utilizzerò più.
Neppure il dentifricio riusciamo più a fare in Italia.

La UE e lo zucchero nel vino, ulteriore esempio di quanto siamo distanti.

Passo dopo passo diventa sempre più difficile non prendere le distanze dalla politica agricola dell’Unione Europea e della sua Commissione. Prendere le distanze perchè non ci rappresenta nel modo più assoluto. L’Europa delle banche, costruita sulle grandi rendite Finanziarie continua a muoverfe passi contro le produzioni “vere”, a vantaggio esclusivo dei prodotti “finti” più omologati, più semplici da produrre e da distribuire nel facoltoso mercato della distribuzione di massa.
Ora anche lo zucchero nel vino, con un voltafaccia francese che lascia stupefatti e perplessi. Ovviamente le etichette non menzioneranno alcunchè, d’altronde sono proprio figlie di questa politica bugiarda nei confronti della tradizione e dei prodotti che la terra crea senza manipolazioni alcune. L’Italia farà strada a se, ne siamo orgogliosi e urleremo sempre a gran voce che da noi lo zucchero nel vino non si mette.
E ora prepariamoci agli altri affondi che la Commissione Europea si appresta a muovere contro le nostre tipicità.

L’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, chiarezza per prima cosa, il consumatore ha il diritto di sapere a chi è destinato quello che spende.

Quanto costa al dettaglio, nei normali supermercati un litro di latte? Anche 1,50 euro. Quanto costa acquistare un litro di latte direttamente in stalla? Meno di 0,35 €, un terzo a non essere pignoli. Certo, siamo lontani dalle 10 – 20 volte dei prodotti ortofrutticoli ma in momenti di crisi come questi è doveroso essere scrupolosi prima di tutto sui prodotti base.
La popolazione italiana si appresta a subire il preannunciato aumento dei prodotti alimentari, dovuto secondo i distributori (chi vende il prodotto finito) all’aumento dei prezzi delle materie prime. Le materie prime sono certamente aumentate ma a me sembra che siano aumentati anche i ricarichi degli altri componenti della filiera. Il caso del latte è emblematico in quanto è prima di tutti l’allevatore a subire gli aumenti delle derrate necessarie ad alimentare il bestiame ma non vede altresì aumentare granché il prezzo di realizzo del latte che conferisce.
La verità è che ci sono due pesi e due misure ed il range tra produzione e distribuzione continua ad aprirsi. Chi produce vede costantemente la riduzione dei propri margini ed ha come unica ancora di salvezza l’aumento della produzione mentre chi distribuisce non perde occasione e scusa per gridare all’aumento. E’ un gioco al massacro che oltre ad avere ripercussioni su produttori e consumatori rende sempre meno equa la ripartizione dei proventi alla filiera. E’ pertanto giusto che chi produce faccia chiarezza e informi i consumatori sulla realtà dei prezzi, perché chi saprà avrà i mezzi per valutare.

Liberi di avvelenarci.

Sembrerebbe questo il risultato concreto percepibile nel nuovo codice della sicurezza alimentare al vaglio delle regioni, dove alla voce “sanzioni” scompare l’azione penale (tranne alcuni casi limite come la morte del malcapitato consumatore). E’ questa una delle notizie più scioccanti della settimana che abbiamo appreso dal corsera. In Barba alla sicurezza alimentare, baluardo di alcuni politici del nostro Parlamento, ed alla salute del popolo italiano, questi interventi, che di fatto puntano ad abrogare parte della normativa vigente, rischiano di rendere più semplice il commercio di derrate alimentari alterate e potenzialmente nocive per i consumatori. Rischiano perché mancando il deterrente dell’azione penale diventa esclusivamente una questione economica che spesso può portare ove le prospettive di guadagno superino le potenziali sanzioni alla messa in commercio di prodotti alimentari a rischio.

Inutile che mi dilunghi, sappiamo bene come funziona e quanto sia difficile controllare la qualità dei prodotti, nonostante tutte le tipologie di certificazione. Ci saremo aspettati misure concrete a sostegno del controllo qualità e invece tutto sembra andare in direzione contraria, verso quella condizione di libertà di smerciare tutto al rischio di una sola multa.

La nostra salute conta poco, prima vengono gli interessi economici.

La grande richiesta di Biomasse per scopi energetici avrà pesanti ripercussioni su prezzi dei prodotti alimentari.

Negli ultimi anni l’interesse per le produzioni di biomasse vegetali da destinare alla produzione di energia e biocarburanti è cresciuto a livello esponenziale. Ora si inizia anche a riflettere sulle ripercussioni che questa tendenza potrebbe avere. L’aumento delle superfici destinate alla produzione di biomasse si tradurrà automaticamente in una riduzione delle coltivazione di cereali e altri prodotti agricoli destinati all’alimentazione. Secondo alcuni esperti questa tendenza si tradurrà in una costante crescita dei prezzi delle produzioni agricole alimentari. Alcuni esperti parlano addirittura diu un raddoppio dei prezzi nel giro di soli 10 anni.

Oltre alla richiesta di biomasse e bioconqustibili ad incidere sarà anche il significativo incremento della richiesta cinese e indiana.

Sinceramente mi sembra un po’ presto per lanciare un’allarme di questo tipo, anche perché molte zone a vocazione agricola stanno incrementando notevolmente le loro produzioni, veicolabili nei mercati che contano grazie a notevoli investimenti in infrastrutture. E’ il caso di alcuni paesi dell’est europeo, la cui potenzialità produttiva di biomasse è altissima ed in costante crescita. Sicuramente è una situazione da tenere sotto controllo e a cui prendere le necessarie contromisure perché i prodotti agricoli non solo devono essere prodotti ma devono essere portati a costi competitivi nelle zone di consumo, sede dei mercati, cosa apparentemente banale ma di vitale importanza

Modelle e disordine alimentare. Sgomento per la morte della diciottenne Eliana Ramos.

La modella uruguayana Eliana Ramos, morta improvvisamente, aveva solo 18 anni, un viso incantevole con due occhi di rara bellezza ed un corpicino esile e probabilmente mal nutrito. Un corpicino esile ma probabilmente indispensabile per svolgere da ragazzina la professione di modella. Il dramma di Eliana, arriva pochi mesi dopo quello della sorella Luisel, stroncata da un infarto causato dall’anoressia a 22 anni, stroncata in passerella nel giorno in cui Eliana affrontava la sua prima sfilata.

Un dramma senza fine questo che non può che colpire in modo profondo chi ama la vita ed anche la bellezza, sicuramente non esclusiva di corpi ridotti ad un’ammasso di pelle ed ossa, come quelli che spesso si vedono sfilare in passerella.

Il dramma di queste due sorelle mi ha profondamente sconvolto, anche perché ritengo che queste due ragazzine siano vittime di una società che non sa presentare i giusti modelli ai suoi giovani. Queste giovani modelle mi sembrano lo strumento del nulla, un’immagine filiforme e nuda simbolo di un mondo astratto e nichilista, incapace di educare e sopraffatto da vizi e trasgressioni. La nostra società, ad iniziare dal mondo della moda, deve fermarsi a riflettere sui modelli che propone ai giovani del nostro tempo, deve farlo in modo concreto e libero dai soliti eccessi e dalla prese di posizione troppo nette e poco realiste. La nostra società deve dimostrare di non essere immatura e di essere pronta ad affrontare le tematiche importanti che la riguardano.

Pubblicato su Tossic. 

Riso Italiano, prodotto sicuro.

Il riso prodotto in Italia è un prodotto sicuro sotto tutti gli aspetti. Oltre a non essere Ogm, rispetta i valori di residualità di prodotti chimici. Apprendo infatti dal sito www.risoitaliano.org che i controlli ufficiali sui residui di prodotti fitosanitari negli alimenti di origine vegetale, hanno evidenziato per il riso il pieno rispetto dei limiti consentiti in tutti i campioni testati.

Il riso Italiano è quindi un prodotto leggero a tutti gli effetti, sia per le sue caratteristiche nutrizionali, sia per gli aspetti relativi alla sua coltivazione e conservazione.

Pubblicato su Agricoltura. 

Bell’esempio di democrazia negli USA, falsi 9 prodotti alimentari “italiani” su 10.

E’ facile indignarsi in seguito alle affermazioni del Ministro Paolo De Castro, reduce da un viaggio negli States dove ha potuto constatare che 9 prodotti alimentari “italiani” su 10 presenti al consumo sono in realtà dei falsi. “Italiani” in quanto di italiano non hanno nulla se non uno squallido tendativo di pirateria. Bell’esempio di democrazia.

Pubblicato su politikamente.

Arriva il brevetto ber il Big Mac!

McDonald’s vuole brevettare il suo sistema di produzione di Hamburger, la sua fortuna.

Trovata pubblicitaria?

Non importa, non fa alcuna differenza in quanto l’Hamburger è sempre uguale, ipercalorico, unto, pesante da digerire e non indicato per chi intende seguire una dieta bilanciata e leggera.

Pubblicato su Tossic. 

Pollo tossico nei fast food americani.

Nel pollo alla griglia di molti noti fast food americani sono state rinvenute quantità preoccupanti di PhIp, un’ammina eterociclica aromatica potenzialmente cancerogena. A denunciare il fatto è stata una commissione di medici per una medicina responsabile. I ristoratori della California smentiscono affermando che i quantitativi di PhIp sono minimi e pertanto trascurabili. Resta il fatto che la cucina dei fast food desta sempre più preoccupazione, è veloce e economica ma anche grassa, ipercalorica e rischiosa per la salute.

Pubblicato su Tossic.