Category Archives: Alimentazione

Splendido Murazzano.

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Il Murazzano è un leggendario formaggio piemontese. E’ fatto principalmente di latte di pecora (min. 60%). E’ DOP ma soprattutto è un formaggio stupendo.

I gamberi di Sanremo.

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Li ho gustati così, crudi, sodi e saporiti questi straordinari gamberi di Sanremo. Una prelibatezza che mi ha preparato una persona a me cara. Hanno un costo elevato ma penso che una volta all’anno chiunque se li possa permettere. Sarebbe sufficente rinunciare ai soliti gamberetti congelati provenienti dagli allevamenti di tutto il mondo, compresi quelli dove non si presta molta attenzione alla salute di chi poi li consumerà.

L’agricoltura e la ricerca della massima produzione, un’obbligo di questi tempi.

I mercati internazionali del riso, il cereale più diffuso al mondo, hanno segnato in queste ultime settimane una crescita iperbolica dei prezzi. E’ un fatto sconvolgente dovuto essenzialmente alle scorte di prodotto ridotte ai minimi. La disponibilità di riso nei mercati internazionali è anche diminuita per via dell’incremento dei consumi interni di molti stati tradizionalmente esportatori. La situazione è seria e impone al mondo agricolo la ricerca della massima produzione possibile, uno scenario impensabile fino a pochi anni fa per noi italiani, dove si finanziava per lasciare le superfici incolte. Negli ultimi anni sembrava inoltre che il futuro di parte dell’agricoltura fosse destinato alla produzione di energia ma le notizie di questi ultimi giorni mettono al primo posto l’esigenza di produrre per l’alimentazione umana. Oltretutto è un’esigenza che sembra non lasciare spazio ad altre forme di coltivazione se non a quelle portate alla ricerca della produttività massima. L’agricoltura si trova in un momento di grandi interrogativi e probabilmente di svolte epocali. Il mondo ha fame ed è indispensabile produrre, produrre di più.
Riflettiamoci.

La dispensa, quella riserva di cibo che porta genuinità e mette al riparo da sorprese.

La dispensa è quell’ambiente domestico destinato alle provviste alimentari. Esso è di grande utilità e ti consente nei frenetici ritmi quotidiani di avere sempre alimenti pronti da cucinare per soddisfare il bisogno giornaliero. Avere una riserva di provviste non richiede un grande investimento perché è principalmente costituita di generi alimentari di prima necessità. La dispensa oggi non sono in molti ad averla, sono tempi in cui si preferisce fare la spesa all’occorrenza e questa tendenza è seguita anche dai commercianti che riducono le scorte al minimo mantenendo a disposizione quasi esclusivamente i prodotti in vendita con forniture frequenti (se ricordiamo ad esempio lo scorso autunno come in tre giorni di sciopero dei mezzi pesanti adibiti al trasporto di merci le provviste di negozi e supermercati si siano ridotte drasticamente ed in poco tempo). Il dipendere per i bisogni primari dall’approvigionamento immediato non è saggio e ci espone ai vari rischi che situazioni difficili potrebbero determinare (ad esempio crisi energetiche o di altro tipo che in futuro si potrebbero anche verificare).
In base a queste considerazioni sostengo caldamente l’importanza di avere una dispensa propria che oltre che riserva di prodotti alimentari è un mezzo utile per fare scorte dei prodotti acquistati direttamente dai produttori che più ci danno garanzie in termini di qualità e di salubrità degli alimenti, con notevoli vantaggi pratici anche dal punto di vista economico.
Individuati i prodotti che più ci soddisfano facciamone adeguata scorta.

Il costo sociale della cattiva alimentazione.

Sarebbe semplice dire che della propria salute ogni persona fa quello che ritiene ma è sbagliato. Viviamo in una società che tra i propri valori porta giustamente anche quello del diritto alle cure e all’assistenza sanitaria. E’ un diritto doveroso che ha un costo sociale ben preciso che oggi sembra addirittura insostenibile. E’ un diritto ma dovrebbe essere anche un dovere sociale perché lo stato portatore della garanzia è di tutti. Da queste brevi considerazioni deduco che la cattiva alimentazione ha un costo sociale che deve essere analizzato e se possibile azzerato.
Siamo esseri umani, con le nostre debolezze, difetti, esigenze, voglie, ecc. Siamo persone che hanno bisogno di vivere la propria vita serenamente concedendosi anche quotidianamente a quei piaceri che sa solo dare l’alimentazione. Ragion per cui i prodotti di cui ci cibiamo devono essere sicuri e non devono contenere residui tossici ne componenti che a lungo andare possono creare problemi cardiovascolari come ad esempio i grassi idrogenati. Proprio alcuni ingredienti soprattutto grassi di cattiva qualità e in dosi eccessive sono portatori a lungo andare di patologie che oltre a minare la salute delle persone gravano inesorabilmente sul sistema sanitario Nazionale.

Nell’era dell’intelligenza ci lasciamo avvelenare dal cibo

C’è qualcosa di più importante della salute? Quando si sta bene si potrebbe quasi rispondere di si ma ai primi acciacchi questo diventa irrimediabilmente e sempre no.
Si inizia a dirlo ai bambini appena dopo il concepimento: “speriamo sia sano”, si continua a ripeterlo a cadenza quasi quotidiana: “l’importante è la salute”. La medicina ci mette a disposizione conoscenze e tecniche all’avanguardia che anche se non garantiscono l’infallibilità ci danno un grosso supporto al mantenimento della nostra salute.
E poi…. Ci lasciamo avvelenare dal cibo. Parrebbe impossibile nell’era dell’intelligenza ma è quanto di più vero di questi tempi in cui si presta assoluta attenzione ai feticci e raramente ci si ricorda di guardare a ciò che utilizziamo per alimentarci.
A piccoli dosaggi, a parti per milione o per miliardo, quotidianamente ci stiamo avvelenando e lo stiamo facendo principalmente con il cibo.

La Monnezza e la ristorazione veloce.

Che fine ha fatto la raccolta differenziata? A chiederselo sono in molti guardando i mucchi di mondezza sparpagliati per le strade d’Italia e che stanno riempiendo impietosamente quelle tristi buche chiamate discariche. Sono in molti a chiedersi all’interno di tutto quel pattume quale sia ad esempio la percentuale di rifiuti organici facilmente recuperabili e restituibili senza danno all’ambiente. Alcuni sono andati anche a guardare alcuni sistemi di ristorazione veloce che a quando pare non fanno della raccolta differenziata il loro fiore all’occhiello e utilizzano comodi armadietti che inghiottono l’intero contenuto dei tristi vassoi di plastica in cui si mangia. Carta, plastica, polistirolo e pezzi di cibo, tutti “sostenibilmente “ insieme nello stesso sacco scuro.
Importante e non mi riferisco a nessuno in particolare, è fare in fretta e ridurre i costi di mano d’opera, esorbitanti in Italia. La strada sicuramente non è quella giusta perché l’ambiente sta per presentare il conto che si preannuncia salato. Nel frattempo godiamoci la nostra immagine internazionale che di questi tempi a colpi di “mondezza” è stata veicolata in tutto il globo.

Tutto in saldo?

Sono iniziati i saldi di fine stagione e la ressa nei punti vendita registrata sabato e domenica fa pensare che di crisi l’Italia non ne stia vedendo nemmeno l’ombra anche se la realtà è ben diversa.

In Italia i saldi hanno un grande successo. Probabilmente è l’idea di acquistare un prodotto ad un prezzo inferiore (o almeno credere che sia così) a stuzzicare gli italiani, disposti anche ad accettare che un articolo venga venduto il 24 dicembre a 1000 euro e 10 giorni dopo a 500, “scontato” del 50%.

In campo alimentare i saldi ci sono tutto l’anno e non c’è stagione che tenga. Ogni giorno sull’amato scaffale c’è qualcosa in offerta o in saldo, basta cercare, è talmente diffusa che è diventata una strategia di vendita e alcuni prodotti vendono soprattutto o quasi unicamente quando in saldo. Ci chiediamo quanto sia serio questo meccanismo, invitare all’acquisto proponendo uno sconto che di fatto è già calcolato e compreso nel prezzo.

E’ un sistema che non aiuta inoltre i consumatori ad acquistare secondo le personali esigenze ma al pari della pubblicità li indirizza abilmente verso i prodotti scontati.

Questo sistema non ci piace, fa riempire i carrelli ma non ci piace. A dire la verità ci sembra anche poco corretto.

Ridateci il piacere del pane, quello buono, vero e magari con una bella crosta.

Il tempo ha sempre i suoi particolari e i suoi caratteri che lo caratterizzano. In materia di pane se dovessimo azzardare un carattere simbolo di questo tempo, passiamo dai forni che hanno segnato il passato al freezer. I consumatori sembrano gradire e senza azzardare percentuali, è davvero tanto il pane acquistato in luoghi dove arriva congelato e viene riscaldato al momento e poi impacchettato e acquistato al volo. E’ un pane che sembra quasi finto e non ha granché da dire come sensazioni gustative. Va detto anche che è assurdo consumare un prodotto in precedenza congelato quanto è altrettanto semplice trovare quello preparato all’istante. Anche molto del pane preparato all’istante lascia un po’ a desiderare, pagnottine anonime di poca sostanza, immangiabili il giorno dopo. Brutta storia per noi, cresciuti a panini con il pane del giorno prima e che alla festa mangiavamo quelle grandi pagnotte che duravano anche 15 giorni.

Alcuni sostengono che il pane non è più buono perché è peggiorata la qualità delle farine che non si capisce più da dove arrivano anche se si intuisce quanti siano i trattamenti che le granaglie subiscono per resistere a così tanti spostamenti.

Ridateci per favore il piacere del pane, ve lo chiediamo col cuore. Rivogliamo il pane buono, quello vero e magari con una bella crosta dura

Tra tanti scaffali il vuoto.

A giudicare dalla tendenza attuale e dalle mega costruzioni che stanno invadendo città e periferie, sembra che la gente ami i grandi centri commerciali, quei luoghi fatti di immense scaffalature strapiene di prodotti. Entri in questi luoghi e vedi un mare di persone che frettolosamente riempiono i carrelli e hai l’impressione che potrebbero anche farlo ad occhi chiusi. Anch’io Sovversivo del Gusto faccio a volte la spesa nei  grandi supermercati ma la sensazione che ho più di frequente è che in tutto quell’insieme di scaffali e prodotti le cose che davvero cerco siano proprio poche. A conti fatti i prodotti sono sempre gli stessi e se sei ad esempio in cerca di ricette nuove per i tuoi risotti le scelte sono proprio poche. Com’è possibile che tra i tanti scaffali ci sia il vuoto?

Quando entri invece in una bottega ben curata o in una gastronomia hai sempre l’imbarazzo della scelta,  trovi formaggi e bottiglie importanti, prodotti particolari e sfiziosi, salumi ben stagionati, magari anche salami d’oca fatti con la carne di quest’animale e non con grasso in prevalenza. La quantità non serve, soprattutto se è omologata e non di qualità. Meglio il poco, buono e che ti consente di fare un’esperienza gustativa in grado di riempirti non solo la panza ma anche il cuore.