Alcune considerazioni sul riso.

Di seguito, un commento da me fatto, a seguito di molte perplessità espresse sui meccanismi italiani ed europei di aiuto all’agricoltura ed anche al settore riso.
In difesa dei risicoltori, chiamati in causa, è opportuno dire che questi, me compreso, sono in costante balia delle industrie trasformatrici, che sono loro a determinare il prezzo di acquisto. La borsa merci è solo un luogo di incontro e di minima contrattazione, tant’è che comunemente noi lo chiamiamo il mercato del riso. Il meccanismo del prezzo d’intervento non funzionava come è stato descritto nel post precedente, ora comunque di fatto non esiste più. Una parte considerevole del reddito di un risicoltore è data dalla PAC quindi a tanti verrebbe proprio da dire: “i soliti sussidi all’agricoltura”, ma non è così. Sembrano tanti soldi, soprattutto se sommati agli incassi relativi alla vendita del prodotto, ma non è così. I risicoltori, come gran parte degli agricoltori, sono solo pedine di un sistema, dove a pagare sono sempre loro (i risicoltori (per potersi permettere il Mercedes un risicoltore deve avere un’azienda del valore di almeno 2.000.000 di euro)). A guadagnare è soprattutto chi gravita e fa affari attorno all’agricoltura. Sarebbe opportuno chiedersi anche quali sono le dimensioni della fetta di ciò che il risicoltore incassa che finisce nelle tasche delle potenti multinazionali, o nelle casse dello stato. Di certo la risicoltura è in declino, in quanto i costi di produzione sono in costante crescita e le aziende piccole stanno scomparendo. E’ semplice dire che le aziende italiane sono in crisi perché non competitive sotto il profilo del prezzo, ma è leale la concorrenza che ci viene fatta dai produttori stranieri? Si, loro producono a costi inferiori, ma ci siamo mai chiesti come? Perché in Italia non è consentito coltivare come fanno all’estero? Perché noi rispettiamo i tempi di carenza e invece all’estero trattano sempre e consecutivamente? Ed il riso Asiatico, dove viene raffinato? E l’HACCP? Che trattamenti subisce per sopportare i lunghi viaggi in nave? Teniamoci stretti i prodotti della nostra terra, lo dobbiamo alla nostra salute e a quella dei nostri figli. I costi dei contributi all’agricoltura europea non sono poi così alti. Andiamo a confrontarli ad esempio con gli esorbitanti costi della politica.
Quanto al riso che abbiamo ora in Italia, è un lontano parente di quello asiatico, in quanto è il frutto della selezione fatta dai nostri ricercatori. La qualità, la bontà, la tenuta alla cottura del nostro riso, sono il frutto della mentalità e della cultura italiana. Risi come il Carnaroli, il Sant’Andrea, il Baldo, ecc. non hanno eguali al mondo. E’ anche estremamente facile da dimostrare.
Forse il riso asiatico è più buono perché arriva già condito. Il condimento, è però quello che si misura in p.p.m.

Pubblicato su Agricoltura. 

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