Category Archives: Agricoltura

Il 12 settembre l’inizio della mietitura del riso Sant’Andrea.

Nella mia azienda il 12 settembre è iniziata la mietitura del riso Sant’Andrea.
Generalmente nella mia zona, la Baraggia, il taglio del riso inizia prima rispetto ad altre zone risicole. Dopo due soli giorni di lavoro le pioggie (torrenziali oserei dire) ci hanno costretti a sospendere le operazioni di taglio che forse riprenderanno domani 19 settembre.

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Agricoltura, dal piano di sviluppo rurale: 8,29 miliardi di euro per l’Italia.

All’Italia 8,29 miliardi di euro per il piano di sviluppo rurale 2007 – 2013 di cui almeno 3,34 miliardi per le regioni in ritardo economico (attuale obiettivo 1: Campania, Puglia, Calabria e Sicilia). Il tutto per rilanciare l’occupazione e lo sviluppo delle aree rurali in conformità ai nuovi obiettivi in materia di tutela dell’ambiente. Una grande opportunità dal nuovo piano di sviluppo rurale che auspichiamo venga colta nel modo migliore.

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Il nuovo piano di sviluppo rurale: 8,29 miliardi di euro per l’Italia.

All’Italia 8,29 miliardi di euro per il piano di sviluppo rurale 2007 – 2013 di cui almeno 3,34 miliardi per le regioni in ritardo economico (attuale obiettivo 1: Campania, Puglia, Calabria e Sicilia). Il tutto per rilanciare l’occupazione e lo sviluppo delle aree rurali in conformità ai nuovi obiettivi in materia di tutela dell’ambiente. Una grande opportunità dal nuovo piano di sviluppo rurale che auspichiamo venga colta nel modo migliore.

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Inizia la mietitura del riso.

Anche quest’anno è arrivato il momento della mietitura del riso. Martedì iniziamo anche noi con il riso Sant’Andrea. Nel frattempo è inevitabile tornare alla scorsa annata 2005 e all’inizio della mietitura
La mietitura 2005 è la prima che ho descritto in rete, su questo blog (archivi di settembre e ottobre).
Durante la mietitura 2005 ho anche aperto il mio blog aziendale e ho in parte descritto alcune operazioni (archivio di ottobre), di quello che è il momento più bello per un agricoltore.

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Grandinate estive, minaccia costante per l’agricoltura.

L’incertezza climatica condiziona da sempre l’agricoltura. E’ probabilmente questa una delle caratteristiche più particolari del mondo agricolo, tutto si può pianificare ma investimenti, produzione e reddito sono sempre condizionati da una variabile imprevedibile, le precipitazioni atmosferiche. Questa variabile ha nella frequenza, nell’intensità e nel tipo le sue espressioni principali. Si passa da periodi di scarsa piovosità a temporali violenti con vento e grandine.
Di pochi giorni fa il caso del Basilico DOP coltivato in Liguria, devastato da una violenta grandinata. Nemmeno i vetri da sei millimetri delle serre hanno resistito alla forza del ghiaccio che cadeva dal cielo.
Questa è una delle tante ragioni che ci dicono che una nazione per essere “forte” da un punto di vista agricolo deve sistematicamente salvaguardare le proprie aziende, che sono esposte oltre alle leggi del mercato anche a quelle della natura. Cosa non possibile con la liberalizzazione incondizionata dei mercati.

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Il riso Crodo

Oryza sativa L. var. silvatica Chiappelli, comunemente chiamato riso crodo è l’infestante più temuta dai risicoltori italiani e non solo. Il riso Crodo si differenzia da quello comune perché ha il pericarpo rosso, matura precocemente e le cariossidi si staccano rapidamente andando ad accrescere esponenzialmente la banca semi del terreno coltivato.

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WTO, gli Stati uniti difendono le proprie produzioni.

Sono in molti a scandalizzarsi per il comportamento degli Stati Uniti d’America in sede del WTO. Come sostenuto dal presidente di Confagricoltura Vecchioni, è emersa a Ginevra l’indisponibilità degli Stati uniti a proseguire nel negoziato agricolo. Sognamo tutti il mercato libero e la risoluzione dei problemi degli stati poveri, ma gli States in questo caso ci danno un’esempio di come una Nazione abbia per prima cosa il dovere di tutelare l’economia del proprio paese e i propri lavoratori. Troppo spesso noi europei abbiamo dovuto confrontarci invece con la Commissione Europea che assumeva decisioni penalizzanti per alcuni settori agricoli. I negoziati del Doha Round sono falliti e a rimetterci forse è esclusivamente la liberalizzazione incondizionata dei mercati e non lo sviluppo dei paesi poveri.

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Sono 50000 i caprioli da abbattere in Italia.

In Italia sono 50000 i caprioli da abbattere per poter preservare l’equilibrio faunistico della nostra penisola. Si tratta quindi di un numero assai superiore rispetto ai 600 che hanno sensibilizzato l’Italia intera. E’ la conferma dell’assurdità di questo caso gestito all’Italiana. Tanta demagogia e poca predisposizione ad affrontare i problemi in modo concreto.

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Caprioli “bambi”, il silenzio del mondo agricolo.

In Piemonte e non solo si discute del futuro della troppo folta presenza di caprioli, con l’Amministrazione Regionale che ha deciso per l’abbattimento di un numero considerevole di capi. Pochi lo sanno ma da anni in Piemonte si discute anche della presenza eccessiva di un altro animale, il cinghiale. L’eccessiva presenza di queste due specie animali, non solo crea scompensi all’ecosistema, con specie autoctone costrette a subire la superiore competitività alimentare di caprioli e cinghiali, ma crea anche grossi problemi all’agricoltura e alla sicurezza stradale (e non solo (se qualcuno ha già visto un gruppo di 7 cinghiali corrergli incontro capisce cosa intendo)).
Tra le tante voci di questi giorni manca purtroppo quella del mondo agricolo, si, proprio quel settore che ogni anno si ritrova a conteggiare i danni che una cattiva gestione della fauna arreca alle colture. Noi abbiamo parlato (scritto), ma l’abbiamo fatto a titolo personale, non rappresentiamo alcuna associazione sindacale agricola anche se siamo associati e come in altri casi accogliamo con estrema tristezza l’inopportuno silenzio.
Con tristezza perché questa era l’occasione giusta per spiegare a tutti che la situazione è insostenibile, i danni alle coltivazioni sono sempre maggiori al punto che nelle situazioni peggiori i terreni sono stati abbandonati e lasciati incolti. Chi abita in campagna rischia anche spesso la vita per le strade a causa dei frequenti e improvvisi attraversamenti. L’eccessiva proliferazione di alcuni animali ha in parte dei responsabili, servirebbe chiarezza e dialogo, ma mentre alcuni tacciono altri parlano ma lo fanno a sproposito e come sempre i casi come questo vengono ridotti alla solita questione all’italiana.

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Assurda la questione Caprioli “bambi”

I caprioli in Piemonte sono troppi, distruggono le colture e rappresentano una costante minaccia per gli automobilisti. Il capriolo è un animale molto bello che purtroppo si butta spesso in mezzo alla strada e non sono una rarità gli incidenti fatali per gli automobilisti. Anni fa toccò anche ad un mio carissimo amico, morto in uno scontro frontale perché investito da un’auto impazzita dopo uno scontro con un capriolo. E’ la triste e dura realtà che si vive in molte zone del Piemonte, oltre agli ingenti danni arrecati all’economia agricola. Gli abbattimenti pianificati dalla regione Piemonte cercano per prima cosa di ridare sicurezza a molte strade e anche di salvaguardare le produzioni locali. E’ certamente doloroso un’intervento del genere ma gli animali che proliferano eccessivamente vanno selezionati. Interventi di questo tipo dovranno essere predisposti in futuro anche nei confronti di altri animali, come ad esempio i cinghiali, voraci devastatori e costante minaccia sulle strade. E’ per questo che dico che l’opinione pubblica e il mondo politico farebbero meglio ad occuparsi di altri problemi ben più gravi (nel mondo ci sono bambini da salvare ogni giorno) e lasciare agli amministratori locali che hanno la piena conoscenza della realtà locale la libertà di agire nell’interesse della propria regione. Uccidere animali è orribile ma in alcuni casi è inevitabile oltre che necessario per evitare che l’eccessiva presenza di una specie rappresenti una minaccia per l’intera fauna del luogo.
– Un’esempio di politica seria: alla Presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso (DS), chiamata in causa in quest’assurda polemica è arrivato il sostegno dell’On. Raffaele Costa (Forza Italia), Cuneese e profondo conoscitore della realtà piemontese.

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