Author Archives: Carlo Zaccaria

Incontri sovversivi: la serata del Bollito misto a Carrù

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Dopo tanta strada tutto è iniziato con un finissimo Franciacorta Cavalleri che ha preparato assieme a qualche fetta di salame delle langhe il nostro palato per la sontuosa cena del bollito misto. Continue reading

A chi di “guide” si interessa.

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Quanto ci piacciono queste parole Teobaldo… Hanno scaldato l’anima di noi sovversivi. Era il nostro fine pasto nella cena del Bollito misto a Carrù. Sono emozioni uniche, è proprio vero che il vino si porta dietro la storia di chi l’ha prodotto (natura e produttore), è quello che sosteniamo da sempre e che giorno dopo giorno ci da sempre più forza.
Grazie Teobaldo.

L’Europa ha tradito, il rialzo esponenziale dei tassi ha messo in ginocchio le famiglie e la fiducia nell’Euro. Quest’Europa delle banche la sentiamo sempre un po’ meno nostra.

Sono moltissimi gli italiani che hanno fatto mutui a tasso variabile, compreso il sottoscritto e che hanno subito l’impennata delle rate dovute all’innalzamento dei tassi. Impegnarsi in un mutuo è la cosa più naturale per giovani e famiglie desiderosi di crescere e di dare stabilità al proprio futuro. E’ la cosa più naturale anche per il settore del credito, quella di finanziare progetti concreti come l’acquisto della prima casa. A non essere normale è la crescita che hanno avuto i tassi negli ultimi due anni e che hanno ridotto sul lastrico moltissime famiglie della nostra Nazione. L’Europa è più delle banche che non del suo popolo, il dubbio che c’è sempre stato ora ci sembra certezza e siamo preoccupati per i risvolti sociali che questa frattura potrebbe determinare. Le famiglie costrette a svendere perché il loro mutuo è diventato insostenibile rappresentano una frattura difficilmente sanabile anche perché le ragioni dell’impennata dei tassi sono ai più non chiare.
Personalmente invito tutti a non mollare anche se è difficile andare avanti anche perché non c’è più fiducia nei confronti del settore del credito e nelle istituzioni che dovrebbero garantire stabilità. Privilegiare le grandi rendite finanziare a scapito della piccola impresa e della famiglia fa perdere solidità alla nostra società e costituirà un freno allo sviluppo.
Un’altra raccomandazione che mi sento di fare è quella di riprendere l’abitudine di contrattare ripetutamente i servizi e le condizioni che le banche ci applicano, non avendo il timore di spostarsi da un’istituto all’altro, troppe certezze diamo come clienti e spesso veniamo ripagati

L’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, chiarezza per prima cosa, il consumatore ha il diritto di sapere a chi è destinato quello che spende.

Quanto costa al dettaglio, nei normali supermercati un litro di latte? Anche 1,50 euro. Quanto costa acquistare un litro di latte direttamente in stalla? Meno di 0,35 €, un terzo a non essere pignoli. Certo, siamo lontani dalle 10 – 20 volte dei prodotti ortofrutticoli ma in momenti di crisi come questi è doveroso essere scrupolosi prima di tutto sui prodotti base.
La popolazione italiana si appresta a subire il preannunciato aumento dei prodotti alimentari, dovuto secondo i distributori (chi vende il prodotto finito) all’aumento dei prezzi delle materie prime. Le materie prime sono certamente aumentate ma a me sembra che siano aumentati anche i ricarichi degli altri componenti della filiera. Il caso del latte è emblematico in quanto è prima di tutti l’allevatore a subire gli aumenti delle derrate necessarie ad alimentare il bestiame ma non vede altresì aumentare granché il prezzo di realizzo del latte che conferisce.
La verità è che ci sono due pesi e due misure ed il range tra produzione e distribuzione continua ad aprirsi. Chi produce vede costantemente la riduzione dei propri margini ed ha come unica ancora di salvezza l’aumento della produzione mentre chi distribuisce non perde occasione e scusa per gridare all’aumento. E’ un gioco al massacro che oltre ad avere ripercussioni su produttori e consumatori rende sempre meno equa la ripartizione dei proventi alla filiera. E’ pertanto giusto che chi produce faccia chiarezza e informi i consumatori sulla realtà dei prezzi, perché chi saprà avrà i mezzi per valutare.

Biodisel dal grasso bovino, in Brasile è realtà.

Interessanti notizie in materia di energia giungono dal Brasile, via Terra e Vita, il settimanale dell’agricoltura edito da Edagriocole. Il paese sudamericano, da molto tempo all’avanguardia in materia di biocarburanti da fonte rinnovabile ha visto di recente l’inaugurazione di un’impianto per la produzione di bio combustibile da grasso animale. Il biodisel “da Bistecca” come è stato chiamato potrebbe coprire addirittura il 18% del fabbisogno nazionale (percentuale che da la corretta dimensione della portata dell’iniziativa).
La notizia apre un varco importante nella produzione di bioenergia nel riutilizzo degli scarti della macellazione. Una strada senza ritorno nel segno della sostenibilità.

Anche i giochi ora sono un pericolo per la salute dei nostri bambini. E l’autocontrollo di produzione che fine ha fatto?

Molti giochi per i nostri bambini. I tempi in cui ne arrivavano in regalo un paio all’anno sono passati. Ora la grande disponibilità di giocattoli a basso costo oltre a sommergere i nostri bambini di giochi guardati un paio di volte e poi lasciati a se stessi, sta riempiendo le nostre case di cianfrusaglie destinate inevitabilmente a raggiungere in breve tempo le discariche. Ho già sollevato parecchio tempo fa il problema, la troppa plastica che utilizziamo per cose futili sta iniziando ad essere un grosso problema. Come se non bastasse iniziano ad arrivare notizie di vernici tossiche utilizzate in alcuni stabilimenti cinesi e finite in alcuni dei più popolari giochi per bambini. Prodotti ritirati immediatamente dal mercato ma che sicuramente saranno finiti nelle mani di molti bambini. Sono stati inoltre sequestrati in questi giorni migliaia di giocattoli della Mattel in un deposito a Novara, una delle case produttrici più importanti al mondo, uno di quei marchi che danno sicurezza ai genitori. Inevitabilmente ci si pone il quesito ai controlli e soprattutto all’autocontrollo e a tutte quelle certificazioni di qualità sempre in evidenza ma che evidentemente da qualche parte fanno acqua. In conclusione la sicurezza invece di aumentare diminuisce e non c’è bollo CEE contraffatto che tenga se poi anche tra i marchi più importanti spuntano giocattoli non sicuri.

Liberi di avvelenarci.

Sembrerebbe questo il risultato concreto percepibile nel nuovo codice della sicurezza alimentare al vaglio delle regioni, dove alla voce “sanzioni” scompare l’azione penale (tranne alcuni casi limite come la morte del malcapitato consumatore). E’ questa una delle notizie più scioccanti della settimana che abbiamo appreso dal corsera. In Barba alla sicurezza alimentare, baluardo di alcuni politici del nostro Parlamento, ed alla salute del popolo italiano, questi interventi, che di fatto puntano ad abrogare parte della normativa vigente, rischiano di rendere più semplice il commercio di derrate alimentari alterate e potenzialmente nocive per i consumatori. Rischiano perché mancando il deterrente dell’azione penale diventa esclusivamente una questione economica che spesso può portare ove le prospettive di guadagno superino le potenziali sanzioni alla messa in commercio di prodotti alimentari a rischio.

Inutile che mi dilunghi, sappiamo bene come funziona e quanto sia difficile controllare la qualità dei prodotti, nonostante tutte le tipologie di certificazione. Ci saremo aspettati misure concrete a sostegno del controllo qualità e invece tutto sembra andare in direzione contraria, verso quella condizione di libertà di smerciare tutto al rischio di una sola multa.

La nostra salute conta poco, prima vengono gli interessi economici.

Il mitico Trattore Landini Testa Calda.

E’ sufficiente seguire le fasi dell’accensione del Landini Testa calda per capire che questo trattore è un mito. Il suo rombo è di quelli che ti scaldano il cuore. In qualsiasi occasione, ricorrenza, fiera, dove ce ne sia uno esposto, questo rappresenta sempre una delle principali attrazioni. Liborio Butera ci parla di questo trattore mitico in un suo video.

La grande richiesta di Biomasse per scopi energetici avrà pesanti ripercussioni su prezzi dei prodotti alimentari.

Negli ultimi anni l’interesse per le produzioni di biomasse vegetali da destinare alla produzione di energia e biocarburanti è cresciuto a livello esponenziale. Ora si inizia anche a riflettere sulle ripercussioni che questa tendenza potrebbe avere. L’aumento delle superfici destinate alla produzione di biomasse si tradurrà automaticamente in una riduzione delle coltivazione di cereali e altri prodotti agricoli destinati all’alimentazione. Secondo alcuni esperti questa tendenza si tradurrà in una costante crescita dei prezzi delle produzioni agricole alimentari. Alcuni esperti parlano addirittura diu un raddoppio dei prezzi nel giro di soli 10 anni.

Oltre alla richiesta di biomasse e bioconqustibili ad incidere sarà anche il significativo incremento della richiesta cinese e indiana.

Sinceramente mi sembra un po’ presto per lanciare un’allarme di questo tipo, anche perché molte zone a vocazione agricola stanno incrementando notevolmente le loro produzioni, veicolabili nei mercati che contano grazie a notevoli investimenti in infrastrutture. E’ il caso di alcuni paesi dell’est europeo, la cui potenzialità produttiva di biomasse è altissima ed in costante crescita. Sicuramente è una situazione da tenere sotto controllo e a cui prendere le necessarie contromisure perché i prodotti agricoli non solo devono essere prodotti ma devono essere portati a costi competitivi nelle zone di consumo, sede dei mercati, cosa apparentemente banale ma di vitale importanza

I consumi energetici, le risorse che muovono e la loro incompatibilità con una corretta politica ambientale.

Si sente spesso parlare di politica ambientale, di salvaguardia dell’ambiente e di rischio per il nostro pianeta. Sotto accusa finiscono sempre le abitudini di noi uomini e le pratiche che seguiamo per garantire il nostro sostentamento, anche se raramente ci si ricorda di differenziare queste in indispensabili e non. Sono proprio le nostre abitudini non strettamente necessarie e i nostri consumi eccessivi a costituire un pesante rischio per il nostro pianeta. Il quesito che dovremo iniziare a porci riguarda proprio i nostri consumi eccessivi e se potranno mai essere disincentivati visti i capitali che muovono. Parliamoci in modo chiaro e onesto invece di puntare l’indice contro questo o quell’altro problema. E’ auspicabile che la politica energetica faccia finalmente i conti contro gli interessi legati ai consumi, altrimenti è inutile abbozzare qualsiasi tipo di discorso, protocollo di Kyoto compreso.