Genova.

Soffro per Genova e per i suoi abitanti. Una seconda alluvione a tre anni di distanza è quanto di peggio si possa immaginare. Per gli abitanti, per le aziende, per chi governa e amministra la città. Nulla di peggio poteva accadere ma nel caso degli ultimi è un segno tangibile di fallimenti che non possiamo più permetterci. Siamo deboli. Penso ad esempio ad aziende e attività commerciali, spremute all’osso da tassa e contributi. Penso alle famiglie e a quanto sia difficile avere risorse per vivere dignitosamente garantendo anche un futuro ai più giovani. Mettici dentro tutto questo e poi arrivano acqua e fango che ti portano via beni che oggi è difficile ricomprare.

Oggi è tempo di interventi decisi e risolutivi da pensare ed effettuare in tempi rapidi e con competenza. Le nostre città e l’Italia in generale vanno liberate dagli incapaci. Quelle persone tanto brave a parlare quando impalpabili nel concreto non devono più occuparsi di questioni pubbliche.

Basta!

 

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