Caprioli “bambi”, il silenzio del mondo agricolo.

In Piemonte e non solo si discute del futuro della troppo folta presenza di caprioli, con l’Amministrazione Regionale che ha deciso per l’abbattimento di un numero considerevole di capi. Pochi lo sanno ma da anni in Piemonte si discute anche della presenza eccessiva di un altro animale, il cinghiale. L’eccessiva presenza di queste due specie animali, non solo crea scompensi all’ecosistema, con specie autoctone costrette a subire la superiore competitività alimentare di caprioli e cinghiali, ma crea anche grossi problemi all’agricoltura e alla sicurezza stradale (e non solo (se qualcuno ha già visto un gruppo di 7 cinghiali corrergli incontro capisce cosa intendo)).
Tra le tante voci di questi giorni manca purtroppo quella del mondo agricolo, si, proprio quel settore che ogni anno si ritrova a conteggiare i danni che una cattiva gestione della fauna arreca alle colture. Noi abbiamo parlato (scritto), ma l’abbiamo fatto a titolo personale, non rappresentiamo alcuna associazione sindacale agricola anche se siamo associati e come in altri casi accogliamo con estrema tristezza l’inopportuno silenzio.
Con tristezza perché questa era l’occasione giusta per spiegare a tutti che la situazione è insostenibile, i danni alle coltivazioni sono sempre maggiori al punto che nelle situazioni peggiori i terreni sono stati abbandonati e lasciati incolti. Chi abita in campagna rischia anche spesso la vita per le strade a causa dei frequenti e improvvisi attraversamenti. L’eccessiva proliferazione di alcuni animali ha in parte dei responsabili, servirebbe chiarezza e dialogo, ma mentre alcuni tacciono altri parlano ma lo fanno a sproposito e come sempre i casi come questo vengono ridotti alla solita questione all’italiana.

Pubblicato su Agricoltura. 

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