Monthly Archives: August 2011

La crisi rischia di esplodere ma ci sono le vacanze. La figuraccia mondiale del Senato italiano in tempi di crisi.

In questi giorni in cui il caldo estivo è tornato a farsi sentire, ai cittadini italiani più attenti non è sfuggita l’immagine dei gioni scorsi del senato semivuoto. Solo 11 senatori a dare l’avvio alla discussione sulla manovra correttiva da 45,5 miliardi di euro.
Il parlamento non dovrebbe mai essere mai vuoto, figuriamoci in momenti come questo in cui la crisi economica che ci sta attanagliando sta per esplodere.
Come sempre l’impressione è che in Italia le ferie, le vacanze, abbiano la priorità su tutto. W l’Italia, occhi foderati e tappi nelle orecchie, siamo in vacanza e ci risveglieremo solo quando sarà terminata. Troppo comodo…
Il problema è che quest’anno l’Italia rischia di risvegliarsi dal suo assurdo mese di agosto con le ossa rotte, con una situazione economica che potrebbe essere irreversibile. Questo perchè la crisi in cui siamo caduti è potenzialmente esplosiva e non sappiamo e non riusciamo ad intuire in che tipo di baratro potrebbe portarci.
Questo non basta a riempire il Senato, non avevamo dubbi, sono in molti ad avere la pagnotta garantita, normale che non si preoccupino, c’hanno la vita da godersi. Pazienza poi se l’immagine che diamo in Europa è pessima visto che la foto del senato in tempi di crisi ha fatto il giro del mondo, le responsabilità sono sempre di altri. Leggo inoltre che alcuni senatori abbiano anche reagito male alle polemiche sulle assenze, alcuni big, parlano di polemiche ipocrite e ingiustificate ma dov’è finito il senso di responsabilità!
Dov’è finito il senso di responsabilità! Il senso di rispetto nei confronti di tutti i cittadini chiamati a fare sacrifici! Il senso dello stato e del ruolo che si occupa!
E’ questa l’Italia di oggi, forse raggiuto il baratro ci sarà un risveglio generale e si tornerà a dare il giusto valore alle cose.

La pizza? E’ ancora possibile gustarne una fatta ad arte?

La pizza è un piatto che non mi stanca mai. Per una pizza fatta ad arte potrei rinunciare a qualsiasi altra tipologia di pasto.
Negli ultimi mesi ho mangiato in diverse occasioni la pizza, in diverse regioni d’Italia e in molteplici tipologie di locali, dal tipo fast food al ristorante pizzeria di ottimo livello. Oltre al nome “pizza” forse nemmeno i vivaci colori di questo piatto simbolo riescono ad accomunare le varie tipologie di pizza che si possono consumare in giro per l’Italia.
La ricetta eppure è la stessa, possono cambiare gli ingredienti che la caratterizzano ma è la qualità di questi e soprattutto di quelli base a fare la differenza. Per prima la pasta, sembra incredibile ma trovare una pizza fatta con una buona pasta è impresa ardua, la passata di pomodoro, ingrediente banale ma di pessima qualità in molte pizze. Infine la mozzarella, o meglio il formaggio perchè in molte pizze è quello che ci finisce e per di più anche di qualità discutibile.
In conclusione, per fare una buona pizza servirebbero ingredienti semplici ma semplicemente veri e non surrogati.
Consumare una pizza fatta ad arte come la ricetta insegna è fortunatamente ancora possibile ma assolutamente non scontato, i nomi ormai dicono tutto o niente.

Perchè alcuni lavori sono stati abbandonati dal popolo italiano?

E’ una domanda che mi pongo insistentemente da molto tempo: perchè i ragazzi italiani non vogliono più fare alcuni lavori?
Purtroppo di risposte giustificabili non ne trovo, non c’è ragione logica che possa spiegare l’aver lasciato posti e posti di lavoro alla concorrenza che arriva dall’estero.
L’Italia è un paese aperto e accogliente e ovviamente ha un mercato del lavoro che è libero. E’ ovvio che ci sia concorrenza visto e considerato che ogni azienda in grado di assumere deve guardare con molta attenzione al proprio bilancio. La concorrenza però non ha portato ad abbassamenti smisurati degli stipendi, nascondersi dietro al fatto che chi arriva dall’estero accetti di guadagnare meno è un errore perchè assolutamente non veritiero (trascurando ovviamente i casi incivili perchè quelli non andrebbero tollerati).
Forse i giovani italiani non vogliono più fare la necessaria gavetta che si è sempre fatta in passato, forse non vogliono più fare i lavori faticosi e umili, forse nutrono giustamente aspettative di un certo tipo per il loro futuro, coltivano i loro sogni e vogliono un lavoro di primo piano. Purtroppo però la vita ci riserva solo alcune opzioni, alcune sfruttabili esclusivamente se disposti a sacrifici e alla dedizione al lavoro, quello che ci permette di costruirci un futuro.
Risposte fatico a darmene ma credo sia opportuno rivedere il concetto di utilità del lavoro.
Il Lavoro non è un sacrificio o uno sforzo da compiere. Lavorare non è sottrarre momenti di libertà alla nostra vita. Il Lavoro è ciò che ci permette di essere liberi e autonomi.
Temo sia soprattutto chi tutela i lavoratori e ne fa le veci ad aver smarrito il concetto di “Lavoro”.
Urge chiarirsi bene le idee perchè la concorrenza, professionale e disciplinata avanza e lascia sempre meno spazi liberi.

L’Europa, l’Italia e la crisi economica

Ho sempre pensato che nei momenti difficili, nelle situazioni complicate, l’uomo e la società tirassero fuori il meglio di se. Penso di averne avuto conferma anche in questi giorni in cui la crisi economica ha messo a dura prova l’Italia e l’Europa.
Gli attacchi speculativi che hanno messo in difficoltà l’Italia ed erano prossimi a colpire anche la Francia, hanno costretto la BCE a ragionare e operare come la Banca Centrale di un unione di stati come quella europea dovrebbe fare.
L’acquisto di titoli di stato italiani e spagnoli da parte della BCE è un grande passo avanti verso la creazione di un’Europa forte e in grado di superare i momenti di crisi e le insidie portate dai mercati con attacchi speculativi verso gli stati più deboli.
Oggi è stato fatto un grande passo in avanti, l’Europa c’è e avrà la forza di uscire dalla crisi.