Monthly Archives: November 2011

Tecnici o Politici. A proposito di Governi, quali sono le differenze?

Governo Tecnico e Governo Politico, quali sono le differenze?
Politico è chi si occupa di politica. La politica è aperta a tutti in quanto tutti hanno il diritto di essere eletti e poter quindi amministrare.
Tecnico è chi per formazione e professione ha acqusito determinate competenze in una particolare disciplina. Tutti possono diventare “tecnici” ma il percorso è molto lungo, molto più di un paio di campagne elettorali.

Nel momento in cui un Tecnico si occupa di politica, diventa un Politico. Viceversa quando un Politico viene chiamato ad occuparsi di una determinata disciplina non diventa automaticamente un Tecnico a meno che non lo sia già.

Detto questo, quali sono le differenze tra un Governo Tecnico ed un Governo Politico?
Le differenze come sempre le fanno le persone con le loro competenze e le loro capacità ma in linea di massima si può dire che un Governo Tecnico proprio per definizione ha nei vari Ministeri persone competenti in materia, cosa che purtroppo non avviene sempre nel caso dei Governi Politici.
Un chiaro esempio ci viene dato dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, spesso assegnato a persone quasi totalmente estranee al settore.

Molti Politici infine hanno la presunzione di essere anche Tecnici senza aver acquisito sul campo le necessarie competenze. A dire il vero molti si sentono quasi dei tuttologi in grado di apprendere in poche settimane ciò che altri hanno imparato in molti anni di studi e di professione.

In conclusione chi fa politica dovrebbe anche avere delle competenze tecniche e occuparsi preferibilmente solo di quelle.
Le competenze acquisite nella raccolta di voti purtroppo servono solo ad essere eletti ma non a mandare avanti gli Stati.

Equità sociale.

L’avvento del nuovo Governo Monti ha portato una ventata di ottimismo che non può che dare serenità. Dovrebbe essere sempre così ma purtroppo soprattutto dopo le varie consultazioni elettorali in Italia prende sempre il sopravvento la polemica ed il contrasto politico, spesso livoroso.
In questi giorni si parla molto di equità sociale e mi fa molto piacere. Sostengo da sempre la necessità di ricercare attraverso la politica il raggiungimento di una condizione di equilibrio sociale che consenta a tutti di sentirsi parte del sistema e non appendice marginale e inutile.
Una società satura di disparità sociali in cui tanti hanno troppo e altrettanti hanno troppo poco non può reggere, soprattutto in momenti di grande crisi.
Rendere equa una società non significa però togliere a chi ha di più per dare a chi ha di meno. Certo, chi ha di più deve contribuire di più al sostentamento dello Stato ma non si può ridurre il tutto ad un dare e ricevere.
L’equità sociale si raggiunge esclusivamente dando a tutti la possibilità di crescere e di ottenere sul campo, sul lavoro risultati soddisfacenti, sia dal punto di vista economico che personale. Non è tanto l’avere che rende felici perchè con i feticci di questo tempo, più hai e più vorresti. Il possedere tutto ciò che si vorrebbe non sarà inoltre mai e poi mai sinonimo di felicità.
La vita è fatta su misura per chi si sa accontentare, per chi sa quotidianamente apprezzare la bellezza delle persone ha accanto e sa condividere con gioia quello che c’è e non rimpiangere quello che non c’è.
La crisi che stiamo vivendo e che sta sempre più stringendo la sua morsa avrà sicuramente un valore sociale perchè ci aiuterà ad apprezzare ciò che abbiamo che solo apparentemente può sembrare poco.
Detto questo, le persone devono avere la possibilità di crescere, di produrre, di inventarsi nuove aziende, nuove attività. Tutti devono avere la possibilità di creare e di investire nel proprio futuro. Tutti devono poter inseguire un sogno, a patto che sia concreto.
Per arrivare a questa condizione non sono poche le barriere da abbattere, ci sono molte delle maglie di quella rete che tende a legare tutto a se che vanno interrotte. La società deve essere globalizzata ma questa non deve essere la condizione predominante.
Una società più equa è sicuramente anche più umana e meno materiale, questo è un grande sogno ma non potrà mai essere l’opera di un solo Governo per farlo avverare.

Buon Lavoro al Governo Monti.

E’ doveroso esprimere soddisfazione per il nuovo Governo guidato da Mario Monti. E’ un Governo costituito da persone di grande spessore ed è stato voluto fortemente dal Presidente della Repubblica Napolitano che nell’occasione ha dato grande esempio di correttezza istituzionale e di bravura.
Il Governo Monti è apprezzato un po’ da tutti, a parte rare eccezioni peraltro scontate e figlie di quella teoria politica dello stare in disparte quando ci sono decisioni difficili da prendere al fine di non scontentare il proprio elettorato.
Oggi si respira una ventata di aria nuova, una sensazione di sollievo dopo anni di scontri politici costanti e senza senso. Probabilmente l’Italia non è ancora pronta per il bipolarismo perchè manca la capacità da parte dei politici e dei loro sostenitori di accettare i risultati elettorali. Meglio affidarsi quindi a governi condivisi da più fazioni politiche.
E’ un vero peccato infine che i soliti faziosi della politica abbiano fatto iniziare questa nuova e promettente fase politica con comportamenti inqualificabili all’atto delle dimissioni di Berlusconi.

L’Italia sta volando al tappeto ma c’è anche chi è pronto a festeggiare.

Quella i oggi è per l’Italia una delle giornate più lunghe e più tristi.
Tutti hanno ormai capito che siamo sull’orlo di un precipizio tranne la politica italiana e i suoi attori principali.
Sembra quasi che la politica viva in un mondo diverso dal nostro, un game dove si gareggia per conquistare il potere. La situazione economica con il dramma della crisi che si fa sempre più irreversibile ed i nostri politici che proseguono con quella ridicola conta di quei 3 o 4 numeri che tengono in piedi o buttano giù il governo.
E’ clamoroso ma prima di risolvere i problemi che ha la Nazione, unica ragione che ha spinto gli elettori italiani a votare sia chi si trova tra le poltrone di maggioranza e sia chi si trova tra quelle di minoranza, c’è sempre da conquistare il potere.
Il bene dell’Italia non viene mai prima della conquista del potere politico, sempre dopo.
E’ pazzesco poi che da almeno un anno una folta schiera di politici all’opposizione, compresi alcuni eletti nella maggioranza continuino imperterriti a chiedere il “passo indietro” a chi ha vinto le elezioni, senza considerare minimamente la possibilità di farne uno proprio di “passo indietro”, sempre per il bene dell’Italia.
Non c’è purtroppo sufficiente senso dello stato ed il dramma sta nel constatare che questa lacuna riguarda tutti.
Questa gente non ha però capito che le loro battaglie per il potere riguardano poco gli italiani che avrebbero il diritto di aspettarsi governi efficienti, duraturi e capaci di dare risposte all’Europa.
Questa gazzarra politica non ci riguarda, non ci rappresenta e ci sta facendo solo del male, soprattutto a livello economico, con le imprese italiane sempre più in difficoltà.
Vedo con amarezza che c’è anche chi è pronto a festeggiare, con panettoni e magari anche Champagne. Tanto, poco importa lo stato in cui versa la Nazione, c’è da vincere la battaglia politica.
Alla storia penso che consegneremo una delle annate politiche più assurde di sempre, proprio in corrispondenza di uno dei periodi economicamente più difficili e complicati per la nostra Nazione.
Io non mi sentirò mai rappresentato da questa gente, da questo parlamento che ha passato 5 anni a fare e disfare governi con innumerevoli salti di poltrona.
Sarebbe auspicabile una ventata nuova, politici giovani, coraggiosi e col carattere di alcune gloriose personalità del passato ma sono sogni. Si dovrà correre al voto, si dovrà farlo in fretta e saranno pochi i nomi nuovi nel prossimo parlamento, soprattutto tra i leader.

Sgomento per la crisi politica dell’Italia, le prossime elezioni con i soliti noti.

Provo forte sgomento per la situazione politica ed economica italiana. Mentre i mercati speculano sui nostri BTP e l’Europa chiede giustamente garanzie sulla riduzione del debito pubblico e sul rispetto delle regole che la coalizione di stati si è da sempre posta, in Italia assistiamo al solito “CAOS Politico”, uno sconcertante movimento di pedine e un’altrettanto deprimente susseguirsi di dichiarazioni inutile ed esclusivamente tese a distruggere più che a costruire.
Il Governo attuale e il suo presidente Berlusconi sono vicini alla conclusione anticipata del mandato, è ormai più inevitabile che evidente. E’ impensabile andare avanti in questo modo soprattutto perchè pare che il rispetto degli impegni presi in campagna elettorale interessi a pochi.
Presto si andrà ad elezioni, penso nel 2012, non prima perchè c’è bisogno come sempre di tanta campagna elettorale, di quei fiumi di parole che sono tutto nella politica italiana.
Non si illuda nessuno però che l’avvento di nuove elezioni sia da considerarsi come una svolta perchè le persone, i politici che si contenderanno le poltrone sono esattamente gli stessi che oggi siedono in Parlamento, gli stessi che avevano vinto le elezioni con Prodi nel 2006 e che dopo due soli anni hanno fatto crollare la maggioranza di centro sinistra. Questi ultimi sfideranno quello che resta di quel Pdl che aveva vinto nel 2008 e che dopo due soli anni è stato vittima di guerre intestine senza precedenti.
Questo è ciò che ha caratterizzato lo scenario politico italiano negli ultimi 5 anni, coalizioni vittoriose, maggioranze distrutte e pochi risultati per il paese. Per rendersi conto di quanto sia deludente questa situazione, basta pensare a come in alcuni stati del mondo chi viene eletto governa per 5 anni, 5 anni di lavoro. Noi italiani invece siamo particolari, e in cinque anni ne abbiamo viste di cotte e di crude.
Si, le elezioni almeno serviranno per calmare i mercati ma non ci sarà nessuna svolta, gli uomini sono gli stessi.

Il rischio referendum sugli aiuti UE e il conseguente rischio default della Grecia hanno aiutato l’Europa.

Il Governo greco per un paio di giorni è stato fermamente deciso, l’idea era quella di fare un referendum popolare sugli aiuti dell’Unione Europea. Se è ovvio che l’UE non concede aiuti senza risposte politiche precise e garanzie di taglia al debito non è sembrato a tutti altrettanto ovvio che il popolo greco chiamato a decidere optasse per accettare gli aiuti anche a costo di sacrifici.
L’eventuale esito referendario contrario agli aiuti, un’opzione certamente probabile al pari di quella contraria, ha spaventato un po’ tutti in Europa perchè avrebbe avuto come conseguenza il default, il fallimento dello stato greco e la conseguente uscita dall’Euro.
In caso di default i titoli di stato greci avrebbero eguagliato i famigerati bond argentini, con gravi perdite per parecchi soggetti o stati in Europa.
Questo fatto ha fatto capire, soprattutto ai Leader europei dei paesi più esposti al debito greco che la corda si può tirare ma non troppo.
L’Europa ne ha tratto beneficio.

Sporche guerre. Messi da parte fucili e bombe oggi si combatte in borsa.

Oggi le battaglie si fanno in borsa. L’arma più efficace è il soldo virtuale, proprio quello che nella vita reale non conta niente perchè se non hai soldi non puoi comprare nulla. In borsa invece con il denaro virtuale qualcosa ci puoi fare e questo ci dice chiaramente di quanto il sistema sia irreale.
Questo meccanismo irreale ha però il potere di mettere in ginocchio persone, aziende e stati.
Altri li chiamano giochi di potere, io invece le chiamo sporche guerre, per nulla diverse da quelle di liberazione o dei portatori di democrazia che guarda caso vengono sempre fatte contro stati economicamente interessanti.
Siamo in guerra e la cosa più sconcertante è che gli italiani non hanno ancora capito che il nemico prima di tutto arriva da fuori.
Forse quando la guerra che da mesi ci stanno facendo contro ci avrà definitivamente abbattuto torneremo ad essere uno stato che insegue un’obiettivo comune.