Monthly Archives: July 2006

Siccità, afa e canicola estiva, manca il coraggio per le giuste scelte.

In estati torride e afose come quella che stiamo vivendo sia dal punto di vista civile che agricolo, si sente spesso parlare di risorse idriche in costante diminuzione e di crescenti allarmi per il futuro. C’è grande preoccupazione ma le proposte concrete scarseggiano, eppure sono proprio momenti come quello che stiamo vivendo, molto simile all’estate 2003 che dovrebbero portare la nostra società ad affrontare serenamente il problema per poter prendere le giuste e dovute contromisure. Oltre a non affrontare l’argomento con la giusta determinazione, le azioni della nostra società vanno nella direzione opposta, quella che ci porterà ad essere sempre più vittime del clima. Si continua a cementificare e a costruire, le città diventano sempre più affollate, le auto vengono utilizzate in modo smisurato, come i condizionatori (si refrigera ormai ogni edificio con conseguente riscaldamento e umidificazione dell’ambiente cittadino). Anche le piante ad alto fusto non hanno più la presenza che dovrebbero avere, sono anche scomparse dagli argini delle strade perché sono un potenziale pericolo. L’acqua scarseggia ma la costruzione di Invasi che rappresenterebbero un importante rimedio è sempre osteggiata e l’agricoltura ne fa costantemente le spese. Come sempre si fanno tante parole ma il coraggio per le giuste scelte continua a mancare.

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Un’assurdità il vino ai trucioli!

Sembra che il legno in enologia stia passando da materiale utilizzato per la costruzione di contenitori destinati alla conservazione e all’affinamento a prezioso ingrediente. E’ così che la Commissione Europea (autentica minaccia per le peculiarità italiane) intende il vino del futuro e sta procedendo verso la regolarizzazione dell’utilizzo di trucioli di legno di rovere in enologia; trucioli magari anche ben tostati per conferire al vino quel sentore di vaniglia tanto apprezzato in questi anni. Gli interessi in gioco sono molti ma la battaglia è persa in partenza, i trucioli non sostituiranno mai la botte, faranno entrare il vino simil invecchiato tra i prodotti di massa ma allo stesso tempo peggioreranno notevolmente il livello qualitativo di questa tipologia di vini. La qualità del vino trionferà sempre e nel vino la qualità è italiana (come del resto in molti altri settori dell’agroalimentare).

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Alberghi e ristoranti a conduzione famigliare, una preziosa risorsa.

La globalizzazione ha ormai contaminato anche le nostre vacanze con un’eccezione significativa che è costituita dalle strutture ricettive a conduzione famigliare, più difficili da trovare ma ancora presenti in misura importante nel nostro paese. A differenziare inesorabilmente le conduzioni famigliari è soprattutto la selezione dei servizi e dei prodotti alimentari che se gestita in questo ambito comporta un miglioramento della qualità del servizio notevole. In particolare la selezione dei prodotti alimentari può essere effettuata in un contesto più ristretto e direttamente con i produttori. Grandi differenze anche nel pescato (quasi assente nelle grandi strutture ricettive), con albergatori abili nel saper selezionare la merce in base alla disponibilità dei mercati ittici presenti in loco. Inoltre la cucina locale è praticamente patrimonio esclusivo di queste strutture. Una manna se pensiamo che le grandi strutture vengono rifornite dai grandi centri distributivi ed è così che sulle tavole finiscono verdure, pesce e altri alimenti d’importazione.

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Riso Carnaroli (oppure Karnak).

Carnaroli e Karnak sono due varietà di riso italiano.

Il Carnaroli è in assoluto la varietà di riso italiano più pregiata, può essere tranquillamente considerato il miglior riso al mondo.

Cos’anno in comune queste due varietà? Sono molto simili. C’è anche chi dice che sono perfettamente uguali (una volta raffinati, ma io non sono d’accordo).

Il Karnak, molto più facile da coltivare del Carnaroli, oltre che più produttivo, è stato ottenuto per mutazione indotta proprio sulla varietà  di riso Carnaroli (è di fatto spacciato per una sorta di Carnaroli a taglia più bassa).

Coltivo il riso Carnaroli e ho provato a coltivare anche il Karnak e posso assicurare che sono in tutti i sensi diversi, non solo biologicamente. Il karnak non è in grado di dare in cucina i risultati del Carnaroli.

Il problema parrebbe non esserci, se voglio Carnaroli compro Carnaroli, viceversa se voglio Karnak compro Karnak, ma purtroppo non è così!

Il karnak è venduto come Carnaroli! Esatto, avete capito bene! Se comprate una confezione di Carnaroli non avete la certezza di trovarvi all’interno la pregiata varietà anzi, avete buone possibilità di trovarvi Karnak. Si tratta di un’anomalia dovuta all’esigenza di collocare varietà di riso di nuova costituzione in segmenti di mercato conosciuti dai consumatori. E’ una situazione che però penalizza il livello qualitativo di uno dei prodotti più straordinari dell’agricoltura italiana, il riso Carnaroli. E’ una situazione che non condivido e auspico che in futuro le varietà di riso italiano più pregiate come Carnaroli, Vialone nano e Sant’Andrea possano essere commercializzate esclusivamente in purezza, anche se le nuove proposte di modifica alla legge sul mercato interno del riso vanno in senso opposto (non più le varietà ma sostanzialmente le dimensioni del chicco determinerebbero le varie  qualità di riso (assurdo e inaccettabile)).

 

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Il Riso Carnaroli.

Il riso Carnaroli è vicino all’emissione della pannocchia. Il riso Carnaroli rappresenta l’eccellenza della produzione risicola italiana. Nel suo genere il riso Carnaroli è unico al mondo, le sue peculiarità abbinano la miglior tenuta alla cottura ad un granello di notevoli dimensioni e di grande consistenza.

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Riferimenti Il mio blog aziendale

Risaie

Le mie risaie in questo periodo. Il riso è il pregiato Vialone Nano.Pubblicato su Agricoltura.
Riferimenti il mio blog aziendale

Disinfestazioni anti – zanzara, sono tossiche?

Le zanzare rappresentano da sempre un problema notevole, una minaccia per il nostro benessere ma anche economica per le località turistiche (pesanti infestazioni possono condizionare in modo estremamente negativo le presenze di turisti). Il problema “zanzare” ha anche un costo sociale notevole visti i capitali investiti nella ricerca e per le disinfestazioni, spesso però con risultati insoddisfacenti.

Il rimedio più utilizzato sono le disinfestazioni, economiche ed efficaci ma troppo spesso non salutari per il nostro organismo. Alcuni insetticidi utilizzati sono tutt’altro che atossici e hanno una forte persistenza nell’ambiente (è proprio la forte residualità una delle ragioni della loro efficacia). L’impressione è che il benessere derivato dall’assenza del temuto insetto prevalga sull’aspetto salutistico ed è a mio modo di vedere un’errore.

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E’ di qualità l’alimentazione delle vacanze?

Siamo vicini al grande esodo estivo e le strutture ricettive delle località turistiche stanno per riempirsi. E’ un momento atteso tutto l’anno, un’occasione per rilassarsi e per recuperare energia in vista della ripresa delle attività lavorative. Se da un lato vi è assenza di stress da lavoro, in vacanza spesso compare stress alimentare, per ragioni quantitative e qualitative. In vacanza raramente ci si controlla, nella maggior parte dei casi ci si abbuffa, attratti dalle specialità gastronomiche delle località turistiche. Il problema però non è esclusivamente di tipo quantitativo ma è anche e soprattutto la qualità a destare preoccupazione. Da tempo a finire nelle tavole delle vacanze sono i prodotti di massa e da primo prezzo; è un mercato al risparmio che sta peggiorando di anno in anno l’offerta gastronomica di molte strutture ricettive. Il tutto in ragione di un maggior profitto e certamente non della sopravvivenza. In conclusione oltre alle nostre abitudini alimentari largheggianti, è la qualità degli alimenti che finiscono nelle tavole delle nostre vacanze a determinare stress e a peggiorare il livello dei nostri soggiorni.

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Siccità, troppe parole al vento.

Mentre la siccità e il ritardo nella costruzione di infrastrutture destinate a migliorare la disponibilità idrica del nostro territorio si stanno rivelando come il peggior nemico dell’agricoltura italiana, si sprecano dibattiti, pareri e polemiche basate per lo più su parole e teoremi evanescenti. Sotto accusa finiscono le coltivazioni (troppo esigenti) e la rete irrigua troppo dispersiva (tesi banali e troppo spesso indice di una non completa conoscenza dell’argomento). Per chi opera nel settore è ha le competenze tecniche del caso il problema è uno solo ed è la necessità di infrastrutture, soprattutto invasi. Le esigenze crescenti di risorse idriche possono essere soddisfatte solo accumulando acqua nei periodi in cui è possibile farlo. Assurdo pensare di risolvere il problema diminuendo drasticamente i consumi, magari con il ricorso a coltivazioni poco esigenti ma anche dalla produzione limitata, il problema non verrebbe risolto e sarebbe la fine della nostra agricoltura. Il territorio Italiano ha urgente bisogno di dighe e invasi, ignorare questo problema procrastinando gli interventi necessari potrebbe in futuro creare notevoli problemi di natura economica e igienico sanitaria.

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Anche il panino nell’era dei prodotti confezionati.

Ridateci i panini di una volta!

Una breve sosta pranzo in una nota località di villeggiatura ha lasciato sconcertati me e mia moglie. E’ stato il poco tempo a nostra disposizione ad indirizzarci verso un piccolo break con tanto di panino e birretta. La sorpresa per noi è stata di quelle clamorose, al terzo tentativo ci siamo arresi e abbiamo consumato il nostro panino preconfezionato. E’ un’assurdità, neanche più i panini siamo capaci a fare?

Il Panino, autentica ghiottoneria (ovviamente se ben preparato) è una valida e saporita alternativa al pranzo, oltre che autentico piacere ed energia pronta per tutte le ore. Un panino cattivo (non una rarità tra i preconfezionati) è quanto di peggio si possa mangiare e forse anche tollerare vista la semplicità con cui si può preparare.

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