Monthly Archives: April 2006

Voglia di Fragole, attenzione alla qualità.

In questo periodo c’è tanta voglia di fragole ma spesso quelle reperibili sul mercato sono di pessima qualità. E’ assurdo acquistare una vaschetta di fragole, doverne buttare via la metà e provare disgusto nel mangiare le altre sentendo anche il gusto e l’odore di fitofarmaci. E’ assurdo ma succede e mi si consenta di dire che succede quasi esclusivamente con i prodotti di importazione. Le fragole prodotte in Italia sono più buone e sicure. In definitiva il consiglio che mi sento di dare è di selezionare accuratamente le fragole al momento dell’acquisto e di preferire il prodotto nazionale.

Risaie.

Uno scorcio del paesaggio che caratterizza la mia azienda in questo periodo.

Pubblicato su Agricoltura.

Riferimenti Il mio blog aziendale.

Sicurezza alimentare, segnali sconfortanti.

Il caso dei cartoni per le pizze da asporto e della tossicità di alcune sue componenti, getta molti consumatori in una situazione di grande sconforto, in cui molti si chiedono se sia ancora possibile alimentarsi in modo sano.

Cartoni per pizza, Tetrapak e Itx, com’è possibile che prodotti di così ampia diffusione rivelino tossicità? E i controlli? E’ sempre più opportuna e necessaria un’attenta rivisitazione delle tecniche di confezionamento e imballaggio dei prodotti alimentari; i consumatori hanno bisogno di certezze, questa situazione non è più sostenibile.

 

Pubblicato su Tossic.

Greenplanet, sempre interessante anche se un po’ di parte.

Le elezioni si avvicinano e molti siti e blog, per quanto importanti siano non riescono a rimanere imparziali. E’ successo anche a Greenplanet, un sito più volte linkato dal sottoscritto e che negli ultimi tempi ha gestito alcune informazioni e commenti da un punto di vista un po’ troppo di parte. Ovviamente la stima e l’utilità che ho sempre riconosciuto a questo sito rimangono immutate, ma credo che queste leggerezze finiscano col ridurre la credibilità di chi fa informazione.

 Pubblicato su Tossic.

La tassa successione è contro il mondo agricolo.

Il mondo agricolo non ha gradito la proposta di alcuni esponenti dell’ulivo di ripristinare la tassa successione. Non ha gradito perché sente sulle proprie spalle il peso di questa tassa, e cercherò di spiegare perché.
Il capitale (la terra) è per l’agricoltore la condizione preponderante per svolgere la propria professione. La terra ha la caratteristica di essere però un bene limitato, e pertanto ha un valore che è costantemente in crescita; al contrario l’introito, il guadagno che la terra è in grado di dare è in costante discesa.
Facendo un esempio concreto, una piccola azienda risicola della superficie di circa 40 ettari e del valore commerciale di circa 1000.000 di euro rende circa 20.000 euro all’anno, il 2 % del capitale investito. E’ evidente come sia necessario creare una distinzione con il mondo industriale, dove un milione di euro rende ben altre cifre. Inoltre sarebbe utile capire su di un patrimonio di questo tipo a quanto ammonterebbe la tassa successione, che a mio modo di vedere non sarebbe mai inferiore al 10 % del capitale, quindi in questo caso non meno di 100.000 euro. Ho ragione di credere che per le situazioni non di stretta parentela (anche tra zio e nipote) si potrebbe arrivare anche fino ad una tassazione del 25 % sul valore del capitale.
La tassa successione non è democratica, e va a gravare pesantemente su alcuni settori come quello agricolo, ostacolando la continuità aziendale, che è da sempre uno dei pilastri fondanti del nostro tessuto economico e produttivo.
Il fatto mette anche tristemente in luce la continua e pressante avversione di alcuni partiti nei confronti della proprietà privata, e questo rappresenta sinceramente un passo indietro.