Monthly Archives: October 2005

La mia azienda: il taglio del riso Carnaroli.

La mietitura del pregiato riso Carnaroli di Baraggia Biellese è iniziata il 10 ottobre ed è durata 5 giorni. Produzione e qualità sono decisamente soddisfacenti. Sulla destra mio figlio Giovanni.

Pubblicato su Agricoltura. 

La mia azienda: il riso Apollo… profumato!

Sabato 8 e domenica 9 ottobre, abbiamo tagliato il riso Apollo, varietà della sottospecie indica (Oryza sativa L. sub. indica) che tra le sue particolarità ha quelle della profumazione che emana durante la bollitura (è considerato simile all’asiatico basmati).Pubblicato su Agricoltura.

Foie gras: quando la barbarie diventa culto

L’assemblea Nazionale francese ha deciso di tutelare il foie gras in quanto patrimonio culturale e gastronomico della Francia. Non ci sarebbe nulla da obiettare se non fosse per le spregevoli e brutali metodologie attuali di allevamento delle oche da fegato grasso. Personalmente mi rifiuterò di mangiare foie gras fino a quando vigeranno gli attuali metodi di allevamento. La pensano come me molte persone, oggi ad interessare non è solo più il sapore di un prodotto, ma anche la provenienza ed i metodi di ottenimento. E’ il segno che qualcosa sta cambiando, e i metodi di allevamento incivili sono sempre meno graditi.

Pubblicato su Tossic.

Vi presento due amiche\2

In questi giorni i volatili sono pesantemente messi in discussione a causa dell’influenza aviaria, un motivo i più per ammirare la bellezza di queste due cicogne che incontro quasi tutti i giorni.

Pubblicato su Agricoltura.

Vi presento due amiche\1

Vi presento due amiche che in questi giorni mi seguono costantemente durante la mietitura.

Pubblicato su Agricoltura.

Limone trattato: nuoce gravemente alla salute!

Se in tutti i prodotti a base di tabacco, è evidenziata giustamente e a grandi caratteri la dicitura: “nuoce gravemente alla salute”, perché non troviamo la dicitura medesima su limoni ed arance che hanno la scorza impregnata di fungicidi ed altro?

Le scorze di limone e arancia sono ampiamente utilizzate in cucina ed i prodotti che in molti casi vengono utilizzati per trattare e quindi proteggere e conservare gli agrumi sono assolutamente tossici. Ritengo sia doveroso chiedersi quante persone inconsciamente utilizzano scorza di limone trattata e quindi nociva. A mio avviso sono tanti, ed è la dimostrazione che la dicitura in etichetta: “trattato con ….” non è sufficiente. Non sarebbe più corretto far scrivere: “nuoce alla salute”?

Se parlo in questi termini è perché a me è già successo di mangiare scorza di limone trattato; inoltre mi sono sempre chiesto se è trattata la fetta di limone che mi mettono nel tè o nelle bevande o che mi schiacciano quando mi preparano una Caipirinhja.

Che tristezza… E’ davvero così difficile darsi delle regole?

 

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Al supermercato: è raro trovarci limoni italiani.

La difficoltà nel reperire limoni italiani in supermercati ed ipermercati ha dell’incredibile. Pochi giorni fa è toccato a mia moglie Elisabetta in un grande ipermercato alle porte di Ivrea, tre tipologie di limoni, tutti di provenienza estera. Fortunatamente nel reparto bio un quarto tipo di limoni era Italiano. Tutto questo è assurdo, ma è ancora più assurdo che i consumatori italiani si facciano prendere in giro in questo modo. Se i limoni stranieri fossero di qualità superiore ai nostri tutto ciò sarebbe accettabile, ma fortunatamente non è così. I limoni italiani oltre ad essere qualitativamente decisamente superiori, sono anche più sani, in quanto subiscono meno trattamenti e nella maggior parte dei casi non li subiscono affatto. I limoni provenienti da Argentina e Sudafrica, devono subire lunghi viaggi per arrivare in Europa a costi accettabili, e come vengono conservati durante questi viaggi se non con conservanti chimici? In alcuni casi in Europa arrivano addirittura anche agrumi trattati con fungicidi vietati perché altamente tossici, come dimostra il sequestro avvenuto a Sciacca di 100 kg di arance sudafricane trattate con tiabendazolo (benzimidazolo ad azione fungicida, cancerogeno a dosi elevate, può ritardare la crescita ed avere effetti negativi sugli organi ematopoietici (non utilizzabile in Europa)).

L’interrrogativo finale è questo: qual è la logica di tutto ciò, visto e considerato che il prezzo di vendita è uguale, e che gli agrumi italiani oltre ad essere di qualità superiore, sono anche più sicuri? Non è forse che qualcuno (a caso) ha un maggior margine perché può ricaricare maggiormente la merce?

 

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Riso Carnaroli e Monte Rosa

La foto illustra l’appezzamento denominato “Gioncolino” coltivato a riso Carnaroli. In alto si può osservare la maestosità del Monte Rosa.

Carnaroli_e_mrosa

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

N.B. Uno dei primi articoli che ho pubblicato nell’Ottobre 2005, in piena mietitura sul Blog dedicato alla mia azienda.

Pubblicità: “scegli un mondo genuino”

 “Scegli un mondo genuino” è il messaggio di uno spot pubblicitario che ho visto in tv oggi. Il prodotto pubblicizzato è fatto però con margarine vegetali, che secondo me non sono un prodotto genuino (anche se non idrogenate). Mi chiedo perché chi consiglia di scegliere il suo mondo, quello genuino, non utilizza burro invece di margarina? Per i maggiori costi del burro e per la sua maggior deperibilità?

In caso di dubbi sulla genuinità della margarina, su Trashfood si può trovare la storia della margarina e dei grassi idrogenati.

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Il brodo: attenzione ai grassi idrogenati.

Impariamo a leggere le etichette e a scegliere i prodotti più indicati per una corretta e sana alimentazione. Il brodo, indispensabile ad esempio per la preparazione di risotti, è spesso preparato da tanti utilizzando i dadi presenti in commercio. L’utilizzo dei dadi, oltre che semplice è anche molto rapido, e sempre sfruttando l’esempio del risotto, agevola notevolmente il lavoro del cuoco (soprattutto a livello domestico, dove i tempi sono sempre stretti). Si tratta quindi di un prodotto molto importante in cucina, che deve essere possibilmente privo di sostanze negative come i grassi idrogenati. Siccome in molti casi i grassi vegetali idrogenati figurano tra gli ingredienti, e visto anche il numero notevole di prodotti che ne sono privi (in molti casi è presente la scritta “senza grassi aggiunti”), è sufficiente un’accurata lettura degli ingredienti per evitare i grassi trans.

Pubblicato su Tossic.