Il riso biellese è solo “di Baraggia ” e “ Sant’Andrea Piemonte”

Di seguito una lettera che ho inviato ad alcuni giornali della mia provincia.
Martedì 30 agosto un giornale locale titolava: “Riso valle del Po: anche il Biellese nel progetto Igp”. Nulla di più falso! In seguito alle puntualizzazioni inviate da Carlo Goio, Presidente dell’associazione Igp riso di Baraggia biellese e vercellese, ieri (venerdì 2 settembre) lo stesso giornale esprimeva la sua buona fede affermando di aver scritto l’articolo in questione sulla scorta delle comunicazioni fornite dall’Ufficio Stampa della Coldiretti di Biella e Vercelli. Inoltre il giornale affermava che la Coldiretti avrebbe specificatamente inserito i Comuni biellesi tra quelli interessati dall’Igp riso Valle del Po. Sono costretto ad esprimere il mio più grande sconcerto per quanto accaduto; si tratta di un fatto estremamente grave che va a ledere l’immagine del pregiato riso di Baraggia biellese. Il Biellese è già coinvolto in due importanti iniziative da più di 7 anni, la Dop riso Sant’Andrea Piemonte e l’Igp riso di Baraggia biellese e vercellese, che esaltano in modo appropriato le peculiarità uniche del nostro riso. La pianura biellese, coltivata a riso sin dal 1500, da aprile 2005 è la prima e al momento l’unica zona in Italia a certificare ai sensi del reg. CEE 2081/92 (delle Dop e Igp) il più pregiato dei risi, il Carnaroli. Questa grave disinformazione, non può che far riaffiorare le vicissitudini che hanno affrontato e stanno affrontando i risicoltori biellesi, certamente non spalleggiati a dovere dalle Organizzazioni Sindacali di categoria, nell’iter che porterà al conseguimento della Dop e dell’Igp. Tornano anche alla mente i numerosi tentativi perpetrati da parte del Comitato dell’Igp valle del Po, dove la Coldiretti di Biella e Vercelli è una delle grandi promotrici, per includere l’area di Baraggia e la varietà Sant’Andrea (storica e per lunghi anni esclusiva della Baraggia) nella loro iniziativa. Tentativi ripetuti, che anche se finalizzati solo in parte, avrebbero potuto minare pesantemente le possibilità future di sviluppo della Dop Sant’Andrea e dell’Igp riso di Baraggia.
A cosa serve il sindacato se non aiuta fino in fondo il suo territorio e i suoi associati nel lungo e tormentato processo di crescita e valorizzazione?
Episodi analoghi non dovranno più verificarsi! A fronte dei pesanti investimenti sostenuti per lo sviluppo e la promozione della Dop Sant’Andrea e dell’Igp riso di Baraggia, simili affermazioni non saranno più tollerate.

Pubblicato su Agricoltura. 

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