Agricoltura, politica e valorizzazione del territorio.

Quando sento parlare di valorizzazione del territorio, mi vengono sempre in mente i numerosi politici (molti dei quali politicanti) che utilizzano ad ogni occasione questa frase fatta. La sensazione successiva è un mix di delusione (credo molto nell’utilità della politica, ma per Politica non intendo niente di simile a quella fatta dalla maggior parte dei politici che abbiamo in Italia in questo momento) e rabbia. Dire rabbia non è certamente elegante, ma quando per quasi sei anni lavori alla valorizzazione del tuo territorio e dei suoi prodotti (il riso Sant’Andrea Dop e l’Igp riso di Baraggia Biellese e Vercellese), e lo fai chiedendo l’aiuto di politici, parlamentari, organizzazioni sindacali, ecc. che sono i tuoi rappresentanti a Roma, a Bruxelles e di categoria, ed in cambio ottieni sempre belle parole e tante promesse, ma di risultati nemmeno l’ombra, ci può stare anche “rabbia”. A volte ti chiedi il motivo di tanta perdita di tempo (sei anni è un’enormità), ma non trovi spiegazione; altre volte ti chiedi se ci siano reali motivazioni tecniche che frenano i tuoi progetti, ma non le trovi, e non le trovano neanche gli enti preposti. Tra agricoltori di baraggia ci si chiede: ”ci stanno prendendo in giro?”. Di certo torni sempre a lavorare, a migliorarti, a far apprezzare ovunque il tuo riso Carnaroli di Baraggia, e aspetti, aspetti……. D’altronde, lavorano tutti più di te (che in tanti momenti dell’anno devi ricorrere anche alla domenica), tant’è che per dare una comunicazione da Bruxelles a Roma tre mesi non bastano. E la clientela internazionale? Quella può aspettare, al limite se la prendono i soliti, quelli che ti mettono anche i bastoni tra le ruote perché non devi crescere; certo, sei un concorrente (che probabilmente ha anche il riso più buono, ne ha molto meno, ma è più buono), e la concorrenza va eliminata, non importa come, il fine giustifica i mezzi!
Cosa sta frenando da quasi sei anni la giusta valorizzazione che il mio territorio aspetta? Probabilmente siamo proprio arrivati alla resa dei conti! Di certo non avremo mai pensato di arrivare alle Olimpiadi di Torino 2006 senza Dop e senza Igp, ma soprattutto senza la possibilità di vendere all’estero con queste denominazioni. In ogni caso noi ci saremo, e chi vorrà potrà capire perché il nostro riso è diverso, e soprattutto è più buono!

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